Web Liturgia: "Veglia pasquale"; Piattino alla comunione; L’Evangeliario;

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi alle domande di: Gino, don Giovanni e Ciro.  Domani sarà la volta per le domande di Marina, Stefania e Sabatino.   Per postare nuove domande al noto e stimato liturgista potete farlo scrivendole in fondo alla pagina, nello spazio dedicato ai commenti, nella pagina WEB LITURGIA, basta cliccare qui.

Gino F.: le chiedo un chiarimento sulla Veglia pasquale: il n. 44 a pag. 178 del Messale Romano scrive: … con l’assenso della comunità, Questa è la nostra fede. Invece il Rito del Battesimo dei bambini non prevede l’assenso della comunità. A pag. 145 al capitolo V il n. 1. Battesimo durante la Veglia Pasquale al n. 167 scrive: Uniche varianti: si omette l’assenso di fede del celebrante e della comunità. Le domando: ci deve essere oppure no l’assenso della comunità durante la Veglia pasquale? Un altro quesito: Quando si distribuisce la Comunione è opportuno usare il piattino? Oppure si tratta di un uso superato? Diverse volte ho visto che il piattino viene usato solo per il presidente della celebrazione ma non per i ministri straordinari della Comunione. Non sarebbe più corretto usarlo per tutti coloro che distribuiscono la Comunione e non soltanto per chi presiede la celebrazione, fosse anche il vescovo?

Don Giovanni chiede : Rev.mo don Antonio, le scrivo un quesito relativo alle promesse battesimali nella Veglia pasquale. Nel Messale romano a pag. 178 il n. 44 afferma che: … Quindi, omessa la rinnovazione delle promesse battesimali, dopo una breve monizione, il sacerdote dice. . . Si tratta di un’indicazione saggia, perché invita a non rinnovare le promesse battesimali perché è stato già fatto precedentemente, com’è scritto subito prima: I battezzandi, dopo la triplice rinunzia, fanno la professione di fede… Il n. 46 a pag. 179 recita: Terminato il rito del Battesimo (e della Confermazione) oppure, se questo non ha avuto luogo, dopo la benedizione dell’acqua, tutti, stando in piedi e con in mano la candela accesa, rinnovano le promesse del Battesimo. Quest’ultimo numero, cioè il 46, sembra prescrivere invece le promesse battesimali una seconda volta, cioè anche dopo il rito del Battesimo durante il quale già si rinnovano, com’è scritto nel n. 44 citato precedentemente. Le chiedo: perché le promesse battesimali vanno rinnovate terminato il rito del Battesimo, se la rinunzia e la professione sono state fatte durante lo stesso rito del Battesimo? Il concilio invita a evitare “inutili ripetizioni” (SC n.34).

Don Antonio Sorrentino risponde:

A Gino e don Giovanni

  1. Nella Veglia pasquale la professione di fede con la rinnovazione delle promesse battesimali vien fatta da tutti come coronamento dell’itinerario battesimale tipico della Quaresima. Pertanto, ad evitare ripetizioni (cfr. SC 34), non viene ripetuta se vi sono dei battesimi.
  2. È opportuno usare il piattino quando viene distribuita la Comunione sia dal sacerdote sia da altri ministri, allo scopo di non far cadere per terra frammenti dell’Ostia o addirittura l’Ostia stessa.

Ciro N. scrive: Carissimo don Antonio,recentemente, precisamente il 4 gennaio, ho inviato una domanda che, credo, non sia stata presa in considerazione per un mio errore, avendola inviata su Web Liturgia: le “Sacre Ceneri”, il Credo e l’Evangelario e non su Web Liturgia. La ringrazio per le sue risposte frutto di saggezza ed esperienza e le scrivo di nuovo il quesito: Carissimo don Antonio, nel caso il sacerdote, come avviene nella mia parrocchia, si porti all’ambone per l’omelia e vuole servirsi del lezionario per alcune citazioni, è bene riporre sull’altare l’Evangeliario aperto (segno della Parola proclamata)? Oppure cosa consiglia?

Don Antonio Sorrentino risponde:

L’Evangeliario lodevolmente viene portato in processione all’ingresso e viene deposto sull’altare fino alla proclamazione del Vangelo; ciò fatto,s e presiede il vescovo, il diacono (o il concelebrante) che ha proclamato il Vangelo, può portargli l’Evangeliario aperto, affinché lo baci e con esso benedica il popolo. “Infine, l’Evangeliario può essere portato alla credenza o in altro luogo adatto e degno” (OGMR, n. 175). Non è previsto che venga portato all’altare. Se, pertanto, il presidente ha bisogno del Lezionario (che contiene le tre letture), per farvi espliciti riferimenti nell’omelia, occorre rimetterlo sul leggio dell’ambone, mentre l’Evangeliario è già stato deposto in un luogo degno.

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