Web liturgia: Te Deum, Ostie e "Mistero della Fede"…

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi alle domande di: Salvatore, Pasquale, Mariarosaria e Clauida. Speriamo di fornirvi a breve le altre risposte ancora in sospeso.  Per postare nuove domande al noto e stimato liturgista potete farlo scrivendole in fondo alla pagina, nello spazio dedicato ai commenti, nella pagina WEB LITURGIA, basta cliccare qui.

Salvatore chiede: Carissimo don Antonio, la sera del 31 dicembre al termine della Messa vespertina di Maria Santissima Madre di Dio, prima che inizi il canto del Te Deum il sacerdote può recarsi all’altare per infondere l’incenso nel turibolo e porre quest’ultimo fumigante dinanzi all’altare? In sostituzione del turibolo si può usare un braciere? Anche usando il braciere, si può benedire l’incenso? Terminato il canto il sacerdote può recitare l’orazione n. 59 o n. 60 che si trova a pag. 49 del libro del Benedizionale? E’ bene, anche, affidare l’umanità alla protezione di Maria con un canto durante il quale viene incensata una sua immagine e subito dopo l’incensazione recitare una preghiera? Inoltre se dinanzi all’immagine c’è un inginocchiatoio, il ministro può incensare la Vergine in ginocchio oppure deve stare in piedi? In questo schema dov’è opportuno inserire l’orazione dopo la comunione? Inoltre se la preghiera alla Vergine fosse l’ultimo momento rituale di questa sequenza, il celebrante può impartire la benedizione finale dal luogo dove si trova l’immagine di Maria? Oppure deve ritornare alla sede percorrendo di nuovo la navata centrale? Se benedice da dove ha recitato la preghiera mariana, ritorna comunque all’altare per venerarlo col bacio oppure può baciare l’altare prima di andare davanti all’immagine della Vergine? E’ opportuno invitare i fedeli alla sera del 31 dicembre allo scoccare della mezzanotte a farsi almeno un segno della croce, e poi iniziare a festeggiare? Infine per quanto riguarda la tradizionale preghiera rivolta alla Vergine, il titolo preciso è Ave, Maria oppure Ave, o Maria? Allo stesso modo in quale dei due modi bisogna iniziare? La vocale “o” va detta?

Don Antonio risponde:

  • Alla Messa vespertina del 31 dicembre (che è già solennità della Madre di Dio), volendo ringraziare il Signore, a conclusione dell’anno, finita la Comunione e purificati i vasi sacri, si può cantare il Te Deum e chiuderlo con l’orazione post-Communio della Messa; oppure recitare il post-Communio e poi intonare il Te Deum e concluderlo con l’orazione di ringraziamento n59 o 60 del Benedizionale.  Si chiude la celebrazione con la triplice benedizione solenne.  Già la Messa è della Madonna, già si è usato l’incenso, già si è cantato il Te Deum, conviene prolungarla con un gesto devozionale?  Francamente non sembra opportuno (anzi è complicato) che il sacerdote vada davanti all’immagine, la incensa (in piedi! Solo l’Eucarestia si incensa in ginocchio) recita una preghiera, poi torni all’altare per il rito di congedo.
  • È cosa buona invitare i fedeli a pregare alla mezzanotte di Capodanno, con almeno un segno di croce.  Ma soprattutto si insista che si partecipi alla Messa nel giorno di Capodanno!
  • Ave, o Maria… tu sei  benedetta… fra le donne e benedetto è il frutto el tuo seno Gesù (vedi risposta clicca qui e ricercare la risposta data ad Elvira).

Pasquale chiede: Caro don Antonio, il sacerdote o diacono quando portano la Comunione ad un ammalato durante la giornata al di fuori della S. Messa e aprono il tabernacolo, avendo naturalmente abiti civili e non il camice, è opportuno che indossino almeno la stola? Se sono presenti alcuni fedeli, quando il sacerdote o il diacono o l’accolito o il ministro straordinario aprono il tabernacolo bisogna invitare a recitare qualche preghiera come il Gloria al Padre oppure Sia lodato e ringraziato in ogni momento …? O che altro? E’ un errore aprire il tabernacolo per vedere soltanto quante particole consacrate sono rimaste per organizzarsi per le celebrazioni? Quando si espone il Santissimo per l’adorazione, il celebrante dopo l’incensazione dice abitualmente per tre volte Sia lodato e ringraziato in ogni momento a cui si risponde il Santissimo e Divinissimo Sacramento? E’ corretta questa formula di domanda e risposta? A seguire il ministro dice una volta o tre volte il Gloria al Padre. E’ giusto? Si tratta di uno schema fisso oppure si può anche non dire nulla o recitare altre preghiere? Tutte queste preghiere dopo l’incensazione può recitarle anche un accolito oppure un ministro straordinario? Anche se è presente un sacerdote o un diacono, il Santissimo può essere esposto da un neo accolito oppure da un neo ministro straordinario per insegnare praticamente come si svolge il rito? Quando un sacerdote al termine della giornata si trova da solo in chiesa, per adorare il Santissimo oltre a pregare davanti al tabernacolo chiuso, può aprire il tabernacolo per adorare guardando la pisside? Questo si può fare anche alla presenza di fedeli che sono rimasti a pregare?

Don Antonio risponde:

  • Il ministro ordinato, portando la Comunione ai malati è bene che vesta (in casa del malato) camice e stola (oppure talare, cotta e stola).
  • Ad evitare l’incresciosa sorpresa che manchino ostie sufficienti alla Comunione, è bene che ci si accerti se nel tabernacolo ne sono rimaste a sufficienza.  Lo si può fare delicatamente, con devozione, ma non è necessaria una ritualità particolare: basta una genuflessione.
  • Quando si espone il SS.mo, si canta un brano adatto, si legge qualche brano biblico, si recitano preghiere di adorazione, si adora in silenzio.  La giaculatoria tradizionale: “Sia lodato e ringraziato ogni momento…”, con relativo Gloria al Padre, è una formula sintetica, ma sembra superflua se vi sono canti e preghiere di adorazione.  Tuttavia a volte viene cantata con espressione un po’ diversa (e con melodie varie) quale Rosario del SS.mo Sacramento (forse risalente a Sant’Alfonso).
  • Con la porticina aperta o chiusa, il Signore è sempre realmente e sostanzialmente presente nel tabernacolo.  Vedere la pisside direttamente: è amore più intenso o comprensibile soddisfazione dei sensi?

Mariarosaria L. chiede: Rev.mo don Antonio, il Messale Romano a Mistero della fede prevede tre risposte dell’assemblea: Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta. Oppure: Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice annunziamo la tua morte, Signore, nell’attesa della tua venuta. Oppure: Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo. Quali sono le risposte più opportune nei diversi tempi liturgici, in particolare in Avvento che inizierà tra qualche mese? I fedeli poiché durante la consacrazione sono in ginocchio recitano la risposta a Mistero della fede stando in piedi? Concretamente si alzano insieme al sacerdote che prima era genuflesso per iniziare a dire la risposta tutti contemporaneamente in piedi? Questa soluzione mi sembra poco praticabile perché i fedeli avendo la testa chinata non riuscirebbero a vedere quando il celebrante si alza. Oppure si alzano quando il sacerdote dice Mistero della fede recitando però la risposta mentre si alzano e quindi in movimento? Sia la domenica e sia nei giorni feriali coloro che proclamano le letture ed il salmista è bene che vadano all’ambone uno alla volta o tutti insieme? E’ opportuno che per tutta la Messa o fino all’inizio della Liturgia della Parola stiano al primo banco di fronte all’ambone? Se vanno insieme, mentre uno proclama, l’altro o gli altri lettori possono restare seduti in presbiterio sui posti dove si siedono anche i ministranti? Oppure c’è qualche soluzione migliore? In una risposta lei ha scritto: Anche il lettore facendo il suo bello inchino davanti all’altare, potrebbe in silenzio pregare: “Apri, Signore, le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode”. Questa preghiera è bene che la reciti anche chi proclama il salmo? E anche chi recita la preghiera dei fedeli?

Don Antonio risponde:

  • Quale acclamazione usare all’esclamazione del sacerdote “Mistero della Fede”?  non c’è alcuna indicazione a riguardo.  Tuttavia, ad evitare l’assuefazione, conviene variare la risposta.  Ad esempio, sembra più adatta, in tempo di Quaresima e Pasqua, “Tu ci hai redenti…”.  In Avvento la 1°, un po’ modificata e musicata da Rossi, con ritmo (S=solo/ T=tutti):

o   S: Annunciamo; T: la tua morte. Signore.

o   S:Proclamiamo; T: la tua risurrezione.

o   S: Attendiamo; T: il tuo ritorno.

o   Vieni, Signore! Vieni, Signore!

  • Lettori e salmista è bene che vadano all’ambone e tornino a posto insieme, a evitare andirivieni distraesti per l’assemblea.
  • Che il lettore, andando all’ambone e passando davanti all’altare e facendogli l’inchino dica in cuor suo un’invocazione (simile a quella che dice il ministro prima del Vangelo) è un consiglio spirituale.  Lo fa anche il salmista? Mica male.

Claudia F. domanda: Carissimo e rev.mo don Antonio, qual è il momento preciso in cui i membri del coro devono ricevere la Comunione? Prima che inizi il canto d’ingresso? Penso di no perché l’OGMR al n. 159 scrive: Mentre il sacerdote si comunica, si inizia il canto alla Comunione (Cf. n. 86). Oppure al termine del canto d’ingresso? Spesso succede che il ministro con la pisside con le particole consacrate resta fermo in attesa che i cantori finiscano di cantare. Mi sembra una mancanza di delicatezza verso il Santissimo. Lei cosa ne pensa? E’ bene che coloro che suonano gli strumenti musicali ricevano il Corpo di Cristo mentre stanno ancora suonando? E’ corretto che i fedeli dopo aver ricevuto la Comunione continuino a cantare? Non sarebbe opportuno che ritornando al proprio posto restino in silenzio a pregare e a ringraziare il Signore? Quando si riceve il Corpo di Cristo penso che l’atteggiamento migliore sia il raccoglimento. E’ giusto al termine della S. Messa recitare oppure cantare la Salve Regina? Il canto finale può essere un canto mariano anche se durante la liturgia non c’è stato un riferimento a Maria? Nel tempo di Avvento durante la S. Messa a cui partecipano i ragazzi del catechismo è giusto in ogni domenica far portare o durante la presentazione dei doni oppure all’inizio prima del Confesso a Dio, un pastore soltanto per preparare la Natività gradualmente? La Natività può essere realizzata con il cartone in modo da creare un lavoro che piace ai bambini? Durante la celebrazione eucaristica può un ministro straordinario della Comunione o un accolito istituito prendere la pisside con le particole consacrate e appoggiarla sull’altare? Oppure è bene che sia lo stesso celebrante a farlo? O dipende se il tabernacolo è dietro all’altare oppure in una cappella del Santissimo? In entrambi i casi, chi ha preso la pisside fa genuflessione al Santissimo che ha portato sull’altare?

Don Antonio risponde:

  • I cantori è bene che partecipano pienamente alla Messa, ricevendo anch’essi la Comunione, altrimenti farebbero, con i loro canti, la fine della campana, che invita i fedeli , ma essa non vi entra mai.  Quando e come? Mettersi d’accordo con il parroco.  D’altra parte, è bene che subito, mentre il sacerdote si comunica, venga iniziato il canto di comunione.  Ma poi ci sia una pausa, se mai un sottofondo solo organo, così possono ricevere l’Eucarestia.
  • “Finita  la distribuzione  della Comunione, sacerdoti e fedeli, secondo l’opportunità, pregano un po’ di tempo in silenzio.  Tuttavia l’assemblea può anche cantare un salmo, un altro cantico di lode o un inno”  (OGMR, n88).
  • A conclusione della Messa, si può cantare un brano mariano, moderno o tradizionale, come Salve Regina.
  • Prima che inizia la Messa c’è maggiore libertà  “catechetica”.  In Avvento si può portare qualche cosa per costruire gradatamente il presepe.  Alla presentazione dei doni è bene portare  (come prescrive l’OGMR) solo doni che servono per la celebrazione e per le necessità della comunità o dei poveri.  Si può anche realizzare un poster sulla Natività, che però non sia poggiato all’altare, né all’ambone, ma su un cavalletto o su una parete all’ingresso.
  • Il ministro straordinario può portare la pisside e poggiarla sull’altare.

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