Web Liturgia: pregare per l'anima dei bambini; l'Ostia grande per l'esposizione; il Sangue di Cristo; aspersioni.

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi ai quesiti di Claudia ed Elena.

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Claudia F. chiede: Carissimo don Antonio, è opportuno celebrare una Messa di trigesimo per un bambino che ha tra i 2 e i 9 anni? La mia domanda nasce da un altro quesito: possiamo affermare con certezza che un bambino di questa età sia in paradiso? E se la risposta è affermativa, perché celebrare una Messa di trigesimo se l’anima del bambino non ha bisogno di purificazione? Le chiedo anche: nella nostra chiesa ogni giovedì esponiamo il Santissimo Sacramento. Anche se la nostra chiesa non è particolarmente grande, possiamo usare un ostensorio che contenga un’Ostia molto grande, come quelle che si usano nei luoghi di pellegrinaggio? Oppure è bene usare l’Ostia grande tradizionale? Infine quando si recita il S. Rosario, prima di annunciare un mistero è obbligatorio recitare il Credo, un Padre nostro, 3 Ave Maria ciascuna delle quali per la fede, la speranza, la carità e il Gloria al Padre? Se non fosse obbligatorio, sarebbe opportuno? E’ vero, che il Credo corrisponde all’immagine del crocifisso della corona, il Padre nostro e le tre Ave Maria con il Gloria al Padre ai grani che precedono quelli della decina?

Don Antonio risponde:

  1. Nella Santa Messa noi ripresentiamo al Padre il sacrificio del suo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo. Lo “ringraziamo” (= Eucaristia) per tutti i suoi doni e imploriamo perdono, misericordia, aiuto per i vivi e per i defunti. Gli ebrei ritenevano cosa lodevole e degna offrire sacrifici per i defunti, come testimonia il secondo libro dei Maccabei. Fin dai primissimi tempi del Cristianesimo noi cristiani, sentendoci membra vive del corpo di Cristo, offriamo al Padre il Sangue del Figlio in suffragio dei defunti, ma anche per chiedere conforto nel dolore a aumento di fede, speranza e carità nei parenti e amici del defunto. Questo ultimo aspetto è soprattutto evidente quando si celebra la Messa per un bambino o un fanciullo, sapendo che essi non hanno bisogno di essere purificati. E infatti, le orazioni della celebrazione funebre per un bambino battezzato sono tutte incentrate sulla fede nella resurrezione e sul conforto che scaturisce dal mistero pasquale.
  2.  Evidentemente per l’adorazione eucaristica si usa un’Ostia più grande per renderla più visibile in ambienti più vasti. In chiese normali, o addirittura in cappelle, non ce n’è bisogno.
  3. Il Rosario tradizionale ha un suo schema preciso e collaudato che è bene rispettare. Aggiungervi altro sembra superfluo. Altre preghiere si possono recitare in tempi diversi.
  4. Sono interpretazioni arbitrarie.

Elena C. chiede: Carissimo don Antonio, lei ci ha insegnato che i fedeli dopo aver ricevuto la santa Comunione restano in piedi quando sono tornati al loro posto e si siedono quando il celebrante ripone la pisside nel tabernacolo. Personalmente condivido questa norma. Ma mi è sorto un dubbio da un’altra sua risposta in cui ha scritto che se dopo la distribuzione della Comunione resta nel calice del vino consacrato, il celebrante ripone prima il Santissimo nel tabernacolo e poi consuma il Sangue di Cristo rimasto. Le chiedo: in questo caso i fedeli non devono sedersi quando la pisside è stata riposta nel tabernacolo perché sull’altare c’è ancora il vino consacrato e quindi Gesù Eucaristia. Perciò l’assemblea si deve sedere aspettando prima che il sacerdote consumi completamente il Sangue di Cristo? Un’altra domanda: per la Veglia pasquale il Messale Romano prescrive al n. 47 di pag. 182: Il sacerdote asperge l’assemblea con l’acqua benedetta… Le domando: il sacerdote non deve segnare se stesso con l’acqua benedetta, non essendoci scritto, come invece diversamente prescrive per il celebrante il Rito del Matrimonio al n. 57 di pag. 41? Infine: nella nostra chiesa il tabernacolo è nel presbiterio, e precisamente non proprio dietro all’altare ma di lato e rivolto verso l’assemblea. Sarebbe una buona idea preparare sul limitare del presbiterio un inginocchiatoio per dare la possibilità ai fedeli di pregare in ginocchio davanti al Santissimo Sacramento? Se fosse possibile, sarebbe opportuno toglierlo durante lo svolgimento delle celebrazioni?

Don Antonio Sorrentino risponde:

  1. Che ne sanno i fedeli se nel calice è rimasto del vino consacrato? Quindi, chiuso il tabernacolo, si seggano pure serenamente.
  2. Il sacerdote nella Veglia pasquale asperge l’assemblea. Si stia alla rubrica del Messale.
  3.  Se lo spazio è ristretto, conviene non ingombrarlo con un inginocchiatoio. Ci si può inginocchiare sul gradino di accesso al presbiterio o su uno dei primi banchi.

 

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