Web Liturgia: lavabo; Evangeliario; Messa in Coena Domini; Agnello di Dio; pregare per i propri defunti.
|Don Antonio Sorrentino risponde oggi ai quesiti di Elvira e Ciro.
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Elvira E. chiede: Carissimo don Antonio, recentemente lei ha scritto: Nè il Messale Romano nè il Caerimoniale Episcoporum prevedono inchini al sacerdote o al vescovo prima e dopo il lavabo. Ho letto il n. 76 del Caerimoniale Episcoporum che recita: Salutano il vescovo con un inchino profondo i ministri, coloro che si accostano a lui per compiere un servizio, o se ne allontanano al suo termine, coloro che passano davanti a lui. Le domando: coloro che si occupano del lavabo non sono tra quelli che il Caerimoniale Episcoporum al n.76 definisce come i ministri che si accostano al vescovo per compiere un servizio, o se ne allontanano al suo termine? Da questo numero mi sembra di capire che i ministri devono fare l’inchino al sacerdote o al vescovo prima e dopo il lavabo. Il Giovedì santo, poichè il n. 21 del Messale Romano a pag. 144 prescrive l’adorazione, perchè il Santissimo Sacramento viene riposto in un tabernacolo e l’Ostia grande non viene riposta invece nell’ostensorio? Infine quando il ministro porta all’ambone l’Evangeliario per proclamare il Vangelo durante una Messa solenne, i ministri al passaggio dell’Evangeliario è opportuno che si inchinino?
Don Antonio Sorrentino risponde:
- Sì, effettivamente c’è stata una svita e ringrazio per questa precisazione. Il Cerimoniale dei Vescovi al n. 75 prevede l’inchino dei ministri al Vescovo quando gli si avvicinano per un servizio o quando se ne allontanano. L’OGMR non ne fa menzione; però, essendo la Messa del Vescovo esemplare, anche nella Messa presieduta dal sacerdote, gli si fa inchino al lavabo.
- È vero che dopo la Messa in Coena Domini fino alla mezzanotte è prevista l’adorazione solenne dell’Eucaristia. Ma il pane eucaristico viene conservato primariamente per la Comunione del Venerdì Santo. Perciò viene custodito nel tabernacolo chiuso ed è proibito esporlo in una teca trasparente o nell’ostensorio (cfr Lettera della Congregazione del culto divino Le feste pasquali, del 1988, n. 55).
- Sia il Cerimoniale dei Vescovi sia il Messale Romano tacciono su questo inchino al passaggio dell’Evangeliario. Invece prescrivono che tutti siano rivolti verso l’ambone mentre viene proclamato il Vangelo (CE, n. 141; OGMR, n. 133).
Ciro N. chiede: Carissimo don Antonio, vorrei chiederle un approfondimento sul canto dell’Agnello di Dio e del versetto alleluiatico.
Nelle Messe feriali del tempo ordinario è consigliabile cantare sempre
sia l’Agnello di Dio che il versetto alleluiatico? Oppure è opportuno cantare qualche volta l’uno e qualche altra volta l’altro? O in questo tempo liturgico è bene cantare sempre il versetto alleluiatico e ogni tanto l’Agnello di Dio? Inoltre nella Domenica delle Palme e il Venerdì santo chi svolge la parte
del narratore deve trovarsi a destra oppure a sinistra dell’altare? Oppure sempre all’ambone? Infine leggendo nel Messale Romano i formulari delle Messe dei defunti emerge chiaramente che ogni preghiera è rivolta al Signore.
Le chiedo: nella preghiera personale e privata è bene rivolgersi ai propri cari defunti? Ad esempio è giusto pregare il proprio padre, la madre, il fratello che ci hanno anticipato nella casa del Padre? Oppure non è opportuno rivolgersi a loro perchè non abbiamo la certezza che vivano in paradiso?
Don Antonio Sorrentino risponde:
- L’alleluia è “l’inno nazionale dei redenti” (Eisenhofer), è un’acclamazione di gioia a Cristo presente e parlante nel suo Vangelo, ed è bene che sia cantata sempre in ogni Messa, festiva o anche feriale. In Quaresima c’è un’acclamazione equivalente. L’acclamazione, recitata, perde molto del suo valore: è come recitare, anziché cantare, l’inno d’Italia! Se non si canta, lo si può anche omettere (OGMR, nn. 62.63). L’Agnello di Dio è un canto “rituale”, cioè proprio del rito; esso accompagna ed esplicita la frazione del pane, perciò è detto anche “confractorium” e non può essere sostituito da altro canto, più o meno “ecologico” o “pacifista”. Evidentemente almeno in Avvento e Quaresima sembra più opportuno cantare sempre l’Agnus Dei, per il suo riferimento a Gesù, indicato come tale da Giovanni Battista e da Isaia come vittima sacrificale.
- Il Passio, essendo un brano evangelico, viene proclamato all’ambone. Sembra opportuno mettere al centro il cronista e ai lati quelli che impersonano altre parti.
- Sperando che siano in paradiso o ancora in purgatorio, si può invocare la loro preghiera di intercessione presso il Signore, perché tra tutti i battezzati c’è un vincolo in Cristo che neppure la morte può spezzare.