Web Liturgia: lampade in Avvento; battesimo nella veglia pasquale; mani giunte orazione presidenziale; SS.mo Sacramento.

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi alle domande di: Salvatore, Flavio ed Angelo. Lunedì sarà  la volta di Antonio ed Alessandro. Per postare nuove domande al noto e stimato liturgista potete farlo scrivendole in fondo alla pagina, nello spazio dedicato ai commenti, nella pagina WEB LITURGIA, basta cliccare qui.

Salvatore F. chiede: Carissimo don Antonio, in ogni domenica di avvento nella processione d’ingresso durante la S. Messa a cui partecipano, oltre agli adulti naturalmente anche i ragazzi del catechismo, alcuni di quest’ultimi portano delle lampade accese che poi poseranno accanto all’ambone per esprimere l’attesa e la vigilanza. Le chiedo se è bene fare così e se è opportuno far portare le lampade o dei ceri ad alcuni ragazzi del catechismo nella processione d’ingresso anche in tutte le domeniche dell’anno liturgico. Le chiedo infine un suggerimento: è bene proporre alle famiglie che chiedono di far battezzare i propri figli durante la veglia pasquale un cammino di catechesi un po’ più impegnativo rispetto a quello proposto per i battesimi durante l’anno? Ed è opportuno indicare un numero ben preciso di bambini da battezzare durante la Veglia pasquale oppure accettare tutte le richieste anche se numerose?

Don Antonio Sorrentino risponde:

  1. È una buona iniziativa quella di far portare da alcuni ragazzi del catechismo, in Avvento, delle lampade accese, da posare accanto all’ambone, per esprimere attesa e vigilanza. Sembra davvero eccessivo e poco significativo estendere questo gesto a tutte le domeniche dell’anno liturgico. Se si vuole evidenziare questo aspetto tipico della vigilanza, è bene riservare questo gesto alle domeniche della parusìa, che caratterizzano le ultime e le prime dell’anno liturgico.
  2. Il Battesimo è la prima fondamentale partecipazione al mistero pasquale di Cristo, in quanto si è immersi nella sua morte e si risorge con lui a vita nuova (cfr. Rom. 6, Col 2,12), per cui nei primi secoli tutti i battezzandi attendevano con fervida fede la veglia pasquale, per ricevere il Battesimo. Anche oggi il momento più adatto per il Battesimo, dal punto storico e teologico, è la veglia pasquale. Evidentemente la preparazione per il Battesimo nella veglia pasquale richiede un’attenzione particolare a questo contesto specifico. Quanto al numero dei battezzandi, lo decide il parroco, nella sua prudenza pastorale. Evidentemente, un numero eccessivo di battezzandi può prolungare molto la celebrazione, che già di per sé è abbastanza piena.

Flavio F. chiede: Rev.mo don Antonio, vorrei avere un chiarimento su alcune risposte che lei ci ha dato e per le quali la ringrazio moltissimo.

I due o tre lettori che proclamano il salmo, la prima e la seconda lettura salgono tutti insieme in presbiterio?

Mentre uno proclama, l’altro lettore o gli altri due restano in piedi o sono seduti? Poiché in genere in un presbiterio ci sono posti per i ministranti e non per i lettori, quest’ultimi in attesa di proclamare la Parola di Dio possono sedersi dove si siedono i ministranti?

Quando si celebra la S. Messa noto che la maggior parte dei sacerdoti al termine della preghiera colletta alle parole Per il nostro Signore Gesù Cristo … non hanno più le braccia allargate ma tengono le mani giunte. Alcuni sacerdoti invece restano con le braccia allargate. Ho letto l’OGMR ma non mi sembra di aver trovato una norma che prescrive di avere le mani giunte. Le chiedo qual è l’atteggiamento giusto e il relativo significato del gesto delle mani.

Don Antonio Sorrentino risponde

  1. A evitare movimenti continui e distraenti, è bene che i due o tre lettori incaricati del servizio della Parola, salgano tutti insieme sul presbiterio. Durante la proclamazione delle letture gli altri due restino seduti. Per i lettori è bene prevedere posti specifici per i vari ministri, in modo che possano esercitare con facilità il proprio ufficio (cfr. OGMR, n. 310).
  2. Il presidente della celebrazione eucaristica prega con le braccia allargate e alzate verso l’alto. Al termine delle tre piccole orazioni presidenziali, congiunge le mani. L’OGMR non dà indicazioni al riguardo. La norma precisa (che era nel Ritus servandus preconciliare) la si ritrova al n. 136 del Caer. Ep., che recita: “IL vescovo congiunge le mani quando conclude l’orazione dicendo: Per il nostro Signore Gesù Cristo… o parole simili, cui il popolo risponde Amen”.

Angelo chiede: Carissimo don Antonio,
il Giovedi mattina, nella mia parrocchia, si espone il Santissimo Sacramento per l’adorazione personale e silenziosa. Un Giovedi mi sono recato in chiesa per l’adorazione ma, stranamente, una decina di brave signore erano tutte impegnate a fare le pulizie della stessa chiesa chiacchierando tra di loro. Ho manifestato il mio disappunto e sono andato via.
Cosa ne pensa?

Don Antonio Sorrentino risponde:

La buona educazione in chiesa è un aspetto non trascurabile della fede. Lo zelo di queste “pie” donne è davvero riprovevole. Durante un’azione sacra, qual è un’adorazione, occorre evitare qualsiasi cosa che possa distogliere dalla preghiera, tantomeno è lecito chiacchierare o addirittura fare pulizie proprio mentre è esposto all’adorazione il SS.mo Sacramento. Ma non c’è altro tempo?

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