Web liturgia: inchino all’altare; quante Comunioni? preghiera a Maria a fine Messa di Avvento; incensazione all’offertorio.

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi alle domande di: Sabatino, Paola e Rosanna. Domani sarà  la volta di Salvatore, Flavio ed Angelo. Per postare nuove domande al noto e stimato liturgista potete farlo scrivendole in fondo alla pagina, nello spazio dedicato ai commenti, nella pagina WEB LITURGIA, basta cliccare qui.

Sabatino C. chiede: durante una celebrazione i ministranti quando passano tra l’altare e la croce, a quale dei due devono fare l’inchino?

Un secondo quesito: so che durante una giornata si può ricevere la S. Comunione non più di due volte.

Le chiedo: si può riceverla partecipando a due celebrazioni che si svolgono una dopo l’altra? Oppure è opportuno che passi un determinato tempo tra le due?

Inoltre chi partecipa alla S. Messa vespertina del sabato può ricevere due volte la Comunione la domenica?
Oppure ci si può comunicare solo una volta il giorno seguente ?

Allo stesso modo, chi riceve la Comunione alla Messa della notte di Natale o alla Veglia pasquale, il giorno seguente può riceverla altre due volte?

Paola chiede:   se un cristiano partecipa alla messa prefestiva e poi l’ indomani anche a quella dominicale, oppure a più messe nella stessa domenica…..quante volte può fare la Comunione? Ci si può avvicinare al Sacramento eucaristico una volta sola o più volte cambiando l’ intenzione? Sin da quando ero bambina i parroci della mia parrocchia, che con gli anni sono anche cambiati, dicono solo in qualche occasione ( ad esempio a Natale per chi partecipa alla messa di mezzanotte) “CHI HA GIÀ FATTO LA COMUNIONE SE VUOLE PUÒ RIPETERLA”.

Don Antonio Sorrentino risponde:

A Sabatino e Paola:

  1. Durante una celebrazione, se i ministranti passano tra l’altare e la croce, fanno l’inchino profondo all’altare, perché è segno preminente di Cristo, il quale è insieme sacerdote, vittima e altare, in quanto sacrificò se stesso nel suo corpo per la nostra salvezza.
  2. Scrivono i vescovi italiani: “La piena partecipazione alla Messa si attua e si manifesta con la Comunione sacramentale. Chi, pertanto, pur essendosi già accostato alla mensa eucaristica, parteciperà nello stesso giorno a un’altra Messa, potrà, anche nel corso di essa, ricevere nuovamente, cioè una seconda volta, la Comunione” (Precisazioni circa la normativa liturgica, n. 9: ECEI/3, n 1391). Così essi hanno limitato la possibilità di ricevere la Santa Comunione al massimo due volte in un giorno, ad evitare che moltiplicando le Comunioni, si riceva il Signore quasi come semplice adempimento rituale, senza la volontà di viverne gli impegni di intimità con Cristo e di conformazione al suo sacrificio,  di disponibilità piena nel servizio ecclesiale e caritativo. Sarebbe in agguato un certo ritornante devozionismo che sfocia nel bigottismo. Si racconta che S. Filippo Neri cacciava via dalla chiesa alcune pie donne che si attardavano a partecipare a più di una Messa nei giorni feriali, affinché fossero più disponibili ad affrontare il sacrificio dei doveri domestici o del servizio di carità a persone bisognose.

Rosanna M. chiede: Caro don Antonio, rispondendo ad un quesito ha scritto: L’Avvento ha anche una connotazione mariana … Pertanto ci sta bene un riferimento a Maria, con eventuale preghiera e incensazione di una sua immagine, preferibilmente a fine Messa.

Le chiedo un approfondimento.

La preghiera e l’incensazione durante l’Avvento possono essere fatte ogni giorno o soltanto nei giorni festivi?
E’ bene recitare prima la preghiera e poi incensare o viceversa?
Per fine Messa, lei cosa intende? Dopo l’orazione post communio e prima della benedizione? O dopo la benedizione e prima del congedo?

Infine le chiedo: OGMR dà la possibilità di incensare l’altare e la croce sia all’inizio della Messa che alla presentazione dei doni.

Ma questa norma non mi sembra in linea con il criterio della semplificazione richiesta dal Concilio al n. 34 della Costituzione liturgica dove si suggerisce di evitare inutili ripetizioni.

Perché incensare due volte le stesse cose?

Don Antonio Sorrentino risponde:

  1. L’Avvento ha una connotazione mariana. Pertanto, è possibile fare un riferimento specifico a Maria, con eventuale preghiera e incensazione di una sua immagine a fine Messa. Però il rito conclusivo della Messa non può essere spezzato: comprende il saluto, la benedizione e il congedo. Pertanto, questo rito di devozione a Maria si può fare dopo il post-communio e prima del rito conclusivo. Tuttavia, è bene non inflazionare i riti adatti a tempi e circostanze particolari: perderebbero del loro significato e incidenza. Inoltre, si rischia di tornare a un certo devozionismo preconciliare, quando, a fine Messa, il prete recitava sottovoce il prologo di San Giovanni e poi si inginocchiava a recitare preghiere varie a S. Michele, al S. Cuore e concludeva con il “Dio si benedetto”.  Ci sarebbe ancora da osservare: se già si è celebrata una Messa in onore della Madonna, non c’è più bisogno di un’ulteriore preghiera finale mariana. È davvero superfluo, come talvolta è capitato di vedere anche, qualche prete che, dopo aver celebrato una Messa funebre, intona “l’Eterno riposo dona loro, o Signore”! Come anche, sembra un po’ strano che non si usi l’incenso per la celebrazione, e poi lo si usa a fine Messa per questa devozione, come se fosse più importante della celebrazione eucaristica. D’altra parte, se si usa l’incenso per la Messa, già all’inizio (e solo allora e non più all’offertorio), dopo aver incensato la croce è previsto che si possa incensare anche l’immagine della Madonna o di un Santo esposta alla pubblica venerazione.
  2. Nei riti orientali le incensazioni sono numerose e prolungate. La liturgia romana è più sobria anche in questo: si può usare l’incenso nella processione di ingresso, al Vangelo, alla presentazione dei doni e all’elevazione del pane e del vino consacrati. Purtroppo c’è da  lamentare che in molte chiese è quasi scomparso l’incenso (maledetta fretta e superficialità!).  L’incensazione all’offertorio non è semplicemente un duplicato e non sembri inutile: anzi, essa è più piena, perché vengono incensati tutti i segni di Cristo: non solo la croce e l’altare, ma anche il pane, il vino, il sacerdote e l’assemblea.

Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *