Web Liturgia: il "post-comunione"; la recita del SS Rosario; come onorare il Santo Patrono; come disfarsi delle immaginette sacre

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi ai quesiti di Sabatino ed Alessandro.

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Sabatino scrive: Carissimo don Antonio,quando durante la Messa si distribuisce la Comunione sotto le due specie, se il calice è sorretto da un ministro straordinario dell’Eucaristia, quest’ultimo al termine della distribuzione del Corpo e Sangue di Cristo può salire in presbiterio col sacerdote tenendo in mano il calice che poi metterà lui stesso sull’altare? Oppure è preferibile che dopo la distribuzione della Comunione il ministro straordinario restituisca il calice al sacerdote che ritorna all’altare sia con la patena che col calice?  Quando si recita il Santo Rosario si usa offrire le decine per alcune precise intenzioni. Ad esempio: la prima decina per la pace nelle famiglie, la seconda decina per la conversione di un peccatore, e così via.  E’ giusto dare un’intenzione diversa ad ogni decina? Oppure è meglio pregare tutto il Rosario per una sola intenzione?  Infine le chiedo il significato di un’intenzione che spesso sento: la conversione dei peccatori.
Perché pregare per la loro conversione se già Dio in ogni momento dono loro la grazia per convertirsi? Pregare per loro non dà l’idea che il Signore aspetta le nostre preghiere affinché i peccatori si convertano? Questo non mi sembra vero, perché se ad esempio nessuno pregasse per le conversioni non credo che Dio aspetterebbe più tempo per donare la grazia del pentimento. Oppure il Signore realmente concede la grazia della conversione ad una precisa persona se c’è chi prega per lei?

Don Antonio Sorrentino risponde:

  1. L’accolito o il ministro straordinario (o un fedele incaricato per l’occasione in caso di necessità – OGMR, n. 284), che affianca il sacerdote per la Comunione sotto le due specie, riceve da lui il calice o la pisside (Precisazioni al Messale italiano, n. 8);  sembra logico che a fine Comunione gli riconsegni il calice o la pisside
  2. È utile proporre intenzioni particolari anche alle singole decine del Rosario.
  3.  Pregare per la conversione dei peccatori è un grande atto di carità. San Paolo ne parla ripetutamente nelle sue lettere. La Madonna lo chiese insistentemente a Fatima. Per il grande consolante mistero del Corpo mistico, inseriti in Cristo, siamo uniti gli uni agli altri e partecipiamo delle situazioni positive e negative di tutti: “Se un membro soffre, tutti soffriamo” (1 Cor 12,36).  Bonhoeffer diceva: “La preghiera di intercessione è il sangue della comunità”. Uniti a Cristo, facciamo coro per implorare la disponibilità dei peccatori alla grazia salvante di Dio. “Questa forza è gradita a Dio (haec vis grata est Deo)” (Tertulliano).

Alessandro S. scrive: Carissimo don Antonio, in ogni parrocchia si celebra il santo patrono una volta l’anno. Per questa celebrazione si prepara in genere un triduo o una novena in onore del santo. Ma le chiedo:

  1. Per favorire l’amore verso il santo è possibile recitare ogni giorno una preghiera in onore del patrono prima che inizi la S. Messa?
  2. Anche prima di tutte le Messe della domenica?
  3. Se recitare questa preghiera ogni giorno è eccessivo, con quale frequenza è opportuno recitarla?
  4. Poiché la Messa non è ancora iniziata, la preghiera al santo va recitata solo dal sacerdote o può essere recitata contemporaneamente da tutti i fedeli?
  5. Infine le chiedo: le immaginette dei santi se non vengono conservate, in che modo vanno eliminate? Possono essere messe nei contenitori della raccolta differenziata della carta oppure devono essere necessariamente bruciate?

Don Antonio Sorrentino risponde:

  1. Sì, è bene pregare la Vergine o i Santi prima della Messa, non dopo, soprattutto in occasione di Tridui o Novene, mese mariano, ecc. Tuttavia, tali devozioni non siano percepite più solenni e importanti della Messa! Sembra preferibile che tali preghiere devote siano guidate da un laico (o da un diacono), riservando al prete la presidenza della Messa.
  2. Le immaginette dei Santi, ormai vecchie e non più usate, possono essere trattate semplicemente come carta.


 

 


 

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