Web liturgia, don Antonio risponde…

Di seguito le risposte che don Antonio Sorrentino ha effettuato alle domande di: Guido Santoro, Carlo, Pasquale Riccio, Antonio Fiore, Sabatino, Salvo.

Per postare nuove domande al noto e stimato liturgista potete farlo scrivendole in fondo alla pagina, nello spazio dedicato ai commenti, nella pagina WEB LITURGIA.

La posizione della croce nella processione d’ingresso

Guido Santoro scrive:
Caro don Antonio colgo l’occasione per porre un altro breve questito: durante la processione interna alla chiesa – prima della celebrazione eucaristica – la posizione della croce, rispetto alle due candele laterali, deve essere avanzata, centrale o arretrata? Nel ringraziare anticipatamente vorrei farLe giungere il mio apprezzamnto per stamattina 8.3.2009, quando presso la chiesa di Sant’Angelo avete tenuto nel battistero il breve incontro con i ragazzi per il rinnovo delle promesse battesimali perchè prossimanente dovranno ricevere la prima comunione; questo lo faccio perchè mi ha particolarmente colpito l’esempio che avete fatto ai giovanetti – presente anche mia figlia – allorquando li avete invitati ad accendere le proprie candele al cero pasquale, simbolo della luce di Cristo trasmessa a tutte le genti. Nella circostanza mi è piaciuto quando avete precisato che la candela,fino a quando rimane nella Chiesa non potrà mai spegnersi proprio perchè vicina a Cristo, viceversa se viene portata lontana da essa, come ad indicare coloro che scelgono di vivere fuori dalla Chiesa, enevitabilmente sarà destinata a spegnersi. Grazie di vero cuore e buon lavoro.

Don Antonio risponde:
L’ordinamento Generlae del Messarìle Romano (OGMR) ai nn 120 e 188 regola così la processione:  turiferario con il turibolo fumigante, i ministranti con i ceri accesi e in mezzo a loro l’accolito con la croce, altri ministranti o accoliti, il lettore con l’Evangelario (non il Lezionario) il sacerdote-presidente.  
Pertanto, i candelieri affiancano la croce; se però il luogo è stretto la precedono. 

La preghiera dei fedeli nella Messa domenicale

Carlo scrive:
caro don Antonio.volevo chiederle se nella messa domenicale si possono omettere le preghiere dei fedeli.grazie

Don Antonio risponde:
Attestata fin dall’inizio del secondo secolo, scomparsa nel quinto, eè stata recuperata, quale "perla preziosa", con il Messale di Paolo VI, la preghiera "comune" o "dei fedeli" o "universale", fa quasi da cerniera tra la liturgia della Parola e la parte tipicamente Eucaristica della Messa.  Essa traduce in preghiera ciò che è stato proclamato: l’"egli" narrativo diventa "tu" invocativo.  L’OGMR (nr 69) prescrive che "normalmente, nelle Messe con partecipazione di popolo, è conveniente che ci sia questa preghiera".  Pertanto, soprattutto la domenica non dovrebbe mai mancare.  E’ bene che ci sia anche nelle Messe feriali, pur se con formulazioni più semplici e brevi, quali si trovano in fondo all’Orazionale, che riporta ben 130 formulari di preghiere dei fedeli. 
Le intenzioni che dovrebbero interpretare le esigenze delle preghiera universale, della società civile, dei sofferenti, della comunità locale e di qualche situazione particolare (defunti, famiglia etc) vanno proposte dal diacono oppure dal lettore o (in loro assenza) dai fedeli.  Siano brevi e semplici

Processione offertoriale nella celebrazione feriale

Riccio Pasquale scrive:
caro don Antonio, si può fare la processione offertoriale nelle celebrazioni feriali e che cosa bisogna portare? Grazie
 
Don Antonio risponde:
Si può fare sempre, anche nei giorni feriali: "E’ bene che i fedeli presentino al sacerdote (o al diacono) il pane e il vino per la celebrazione…e altri doni per i poveri" (OGMR, n. 73).  Tuttavia, poiché la celebrazione feriale è più sobria e breve di quella festiva, sembra opportuno mantenere questa differenza, riservando la presentazione dei doni alle Messe festive, anche ad evitare che si riduca a un semplice trasferimento del pane e del vino dalla credenza all’altare.  Si stia attenti a portare doni veri per la celebrazione e per i poveri.  Il di più e il diverso sono fuori tempo e fuori luogo e favoriscono la spettacolarità e la vanità: cose orribili, che contaminano la liturgia, attirando l’attenzione sulle persone e sulle cose anziché sul Mistero che viene celebrato.

 Il cero pasquale
Antonio Fiore scrive:
Caro don Antonio mi dite quando va acceso il cero pasquale nella varie liturgie e periodi? Per esempio durante i funerali, durante il battesmo, durante il matrimonio, le comunioni, la cresima, le ordinazioni sacerdotali, diaconali, di lettori o accoliti, in quali periodi liturgici.  Grazie.

Don Antonio risponde:
Vera "colonna di cera" (non un tubo di plastica) è segno di Cristo Risorto: viene acceso la notte di Pasqua, decorato, portato in processione, incensato.  Resta acceso (almeno la domenica) fino a Pentecoste accanto all’ambone (che a sua volta è segno della tomba vuota del Risorto).  Così è attestato anche dalla meravigliosa tradizione dell’arte cristiana, che pone, accanto all’ambone, stupendi candelieri per il cero pasquale (così a Salerno, a Ravello, Palermo, S. Paolo di Roma).  Negli altri tempi liturgici sta accanto alla vasca battesimale.  Viene lodevolmente riacceso nelle celebrazioni dei sacramenti dell’Iniziazione cristiana (Battesimo, Cresima, Prima Eucarestia) e nelle Messe esequiali (accanto alla bara del defunto). 

Dove cercare le parti della Messa
Sabatino scrive:
Caro sacerdote, per favore potrebbe darmi l’ordine esatto delle parti da cercare sul messale: colletta, prefazio etc… grazie saluti
 
Don Antonio risponde:
Per celebrare occorrono diversi libri (non più il "Messaler plenario"  onnicomprensivo); e cioè: il Lezionario (contenente le letture bibbliche), il Messale (contenente la preghiera riservata al sacerdote), i rituali (per i singoli sacramenti), il Cantorale o Antifonario (contenente i canti per la schola e il popolo) l’Orazionale (per la preghiera dei fedeli).  Il Messale è così composto: Premesse (o Prenotanda), proprio del tempo (cioè le orazioni del presidente), Rito della Messa (cioè le parti comuni a tutta la Messa),  Messa dei Santi (dal 2 gennaio al 31 dicembre), Comuni dei Santi, Messe rituali (per i Sacramenti, la professione religiosa, la dedicazione di un altare e/o di una chiesa), Messe per varie necessità, Messe votive, Messe per i defunti.  In appendice sono riportate Nuove Preci Eucaristiche, collette alternative feriali e festive, il rito per l’aspersione e alcuni formulari per la preghiera dei fedeli.   Per scegliere i testi di ciascuna Messa, si deve seguire il Calendario liturgico, che viene preparato di anno in anno per le varie Regioni ecclesiastiche.  Li vengono indicati i testi per la celebrazione eucaristica e anche per la liturgica delle Ore. 

Purificazione del calice e della patena
Sabatino scrive:
Caro Sacerdote
quando il sacerdote o il diacono purificano il calice e la patena, prima di fare questa operazione non dovrebbero purificarsi le dita facendo cadere l’acqua nel calice e poi berla. Grazie
 
Don  Antonio risponde:
L’Eucaristia è "il tesoro della Chiesa", perché è Cristo vivente tra noi, vivo e vero, nostro sacrificio e nostro cibo.  Va trattata con somma fede e amorosa attenzione, anche nei frammenti.  Fino al Concilio Vaticano II, il sacerdote, dopo aver toccato l’Ostia, per la Consacrazione, doveva tenere pollice e indice congiunti, per poi purificarli, dopo la comunione, con acqua, che lasciava cadere nel calice e infine beveva.  Questa norma oggi non c’è più.  Però, per il rispetto dovuto anche ai frammenti delle Sacre Specie, l’OGMR prescrive che agli eventuali frammenti, che vi fossero sulla patena o nella pisside o sul corporale, vanno raccolti nel calice e bevuti con acqua con cui esso viene purificato.

  Libri per l’Adorazione
Salvo scrive:
Buongiorno don Antonio volevo avere qualche delucidazione su come fare una buona adorazione eucaristica, essendo diacono vorrei sapere se ci sono libri in commercio che spiegno tutti i passaggi da compiere, i silenzi e i canti da fare. Grazie saluti
 
Don Antonio risponde:
Ce ne sono tanti in commercio per aiutare preti e fedeli a farla bene.  Essa,  infatti, prolunga la Messa e prepara per una sua più fruttuosa celebrazione.  Infatti, per l’armonia delle parti, durante la Messa i tempi di adorazione (all’elevazione e dopo la comunione) sono necessariamente brevi.  Invece l’adorazione trova più spazio (anche di ore e di intere giornate) dopo la Messa: essa stupore, lode, ringraziamento, per il grandissimo dono dell’Eucaristia.  Purtroppo in tantissime chiese è quasi scomparsa, sostituita da troppe e sole Messe.  Invece giovanni Paolo Ii e Benedetto XVI insistono per un suo recupero.  Però l’Adorazione va bene organizzata, in modo che vi sia spazio e tempo per canti, letture bibliche, silenzio, preghiere.  Di libri per l’adorazione ve ne sono tanti.  Vorrei consigliare anzitutto il libro liturgico "il culto eucaristico dopo la Messa" e anche, mi si perdoni l’autocitazione, il mio "Incontri Eucaristici" (Ed. Dottrinari, SA 2005, pp.248, €4,50) che offre molti formulari con letture bibliche, riflessioni, preghiere e 21 visite al SS.mo di Sant’Alfonso.  


 

 

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