Web Liturgia: ceri durante la processione offertoriale; quale immagine nel presbiterio?;
|Don Antonio Sorrentino risponde oggi ai quesiti di Marina I e Mariacarmela.
Per postare nuove domande al noto e stimato liturgista potete farlo scrivendole in fondo alla pagina, nello spazio dedicato ai commenti, nella pagina WEB LITURGIA, basta cliccare qui.
Marina I chiede a don Antonio. Carissimo don Antonio, durante la Messa della domenica a cui partecipano i ragazzi del catechismo per la prima Comunione eucartistica e dell’Azione Cattolica, è possibile alla Presentazione dei doni far iniziare la processione offertoriale con due ragazzi, di cui sopra, aventi due lampade accese, dopo i quali far procedere chi porta la patena con l’ostia? Inoltre questi due ragazzi che portano le lampade non essendo ministranti possono stare senza il camice? Infine le due lampade possono essere messe sull’altare o in qualche altro luogo?
Don Antonio risponde a Marina. Sì, alla presentazione dei doni, due ragazzi (anche non ministranti e anche senza tarcisiana) possono portare uno o due lumi da deporre in modo accettabile sull’altare o accanto a esso. Tuttavia, sull’altare, fin dal principio devono già esservi almeno due ceri accesi.
Mariacarmela chiede a don Antonio Salve, da un mese è cambiato il parroco e la prima cosa che sta pensando di fare è coprire la nicchia dell’altare maggiore dove è collocata la statua della nostra patrona S.Margherita per mettere un drappo a coprire e collocare il crocifisso che a suo dire è obbligatorio sull’altare, aggiungo che la chiesa è del 1600 e che da sempre sull’altare ha troneggiato la statua della nostra santa patrona. saluti.
Don Antonio risponde a Mariacarmela. Certo, nel presbiterio il posto più importante spetta al Crocifisso, anche perché la Messa è celebrazione del sacrificio redentore del Signore. Sono un po’ ridicoli i “minicrocifissi da scrivania”, che talvolta vediamo su altari moderni. Invece, verso il Crocifisso devono convergere gli sguardi e i cuori dei partecipanti alla Messa. chi non ricorda i grandi crocifissi pendenti nelle antiche cattedrali o le preziose croci gemmati sugli altari di S. Marco a Venezia o di Sant’Ambrogio a Milano oppure le belle croci astìle in argento poste accanto all’altare dopo la processione d’ingresso? Pertanto – con tutto il rispetto per la Vergine Maria – sembra ben comprensibile il desiderio del parroco di dare importanza e centralità al crocifisso. Però, anche con la consulenza dell’Ufficio liturgico, si trovi una soluzione adeguata e il popolo venga illuminato sui motivi del cambiamento.