Web Liturgia: Agnello di Dio; adorazione Venerdì Santo; luogo della Reposizione; porte chiuse o socchiuse…

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi alle domande di: Simona e Claudia F..  Domani sarà il turno per le risposte ai quesiti di Alessandro e Salvatore.

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Simona scrive: Carissimo don Antonio, nella S. Messa è bene cantare sempre l’Agnello di Dio durante la frazione del pane, cioè in ogni Messa feriale? Oppure è opportuno cantarlo solo in alcune celebrazioni e in alcuni tempi? Inoltre durante l’adorazione della Croce il Venerdì santo è noto che è bene fare dinanzi ad essa la genuflessione. I fedeli per evitare per motivi igienici di baciare la Croce e preferendo il gesto dell’inchino rispetto alla genuflessione, possono adorare la Croce facendo davanti ad essa solo un inchino? Infine le chiedo: quando si recita il Gloria al Padre nel S. Rosario è bene farsi il segno della croce?

A Simona don Antonio Sorrentino risponde così:

  1. Evidentemente c’è differenza rituale tra una Messa festiva e una Messa feriale. In quella festiva teoricamente si potrebbero cantare circa 20 canti (tra quelli propri dei ministri e quelli dei fedeli). Evidentemente, non si cantano tutti e sempre nelle celebrazioni festive (tantomeno nei giorni feriali), perché la celebrazione prevede una armonizzazione tra il recitato, il cantato, il silenzio. Sta al sacerdote, d’accordo con i responsabili del canto, fare una scelta, privilegiando i canti rituali (saluti, acclamazioni, Gloria, Salmo responsoriale, Alleluia, Santo, Padre Nostro, Agnello di Dio) e canti processionali (ingresso, presentazione dei doni, Comunione). Ad esempio, nei tempi di Natale e di Pasqua è bene cantare il Gloria; nei tempi forti di Avvento e Quaresima non dovremmo tralasciare il canto del Signore pietà e dell’Agnello di Dio. Quest’ultimo canto, introdotto da Papa Sergio I verso al fine del VII secolo, è chiamato “confractorium”, perché accompagna la frazione del pane eucaristico (detto “Agnus”), in modo litanico (cioè prevede invocazioni soliste e risposta corale dell’assemblea). Esso non può essere sostituito da altro canto più o meno “pacifista” oppure “ecologico”.
  2. L’Agnus Dei accentua il tono pasquale della Messa, che contraddistingue quale mistero di redenzione (siamo stati salvati dal sangue dell’Agnello), ma orienta anche all’Agnello ucciso e vivente, inneggiato ben 30 volte nell’Apocalisse. È come un grande arco lanciato sulla storia della salvezza, che unisce la pasqua storica salvifica con il suo compimento escatologico.
  3. Il Venerdì Santo, in segno di adorazione della Croce, potendolo, si faccia una bella genuflessione, e non un semplice inchino.
  4. Quando si recita il “Gloria al Padre…”, non è previsto da nessuna parte che ci si segni. È previsto solo che, nelle celebrazioni liturgiche, si faccia l’inchino dl capo, perché si nominano insieme le tre Persone divine. Parimenti, segnandosi con il segno della croce all’inizio della Messa, non è previsto alcun inchino di capo.

Di grazia, per favore, non aggiungiamo segni devozionistici inutili e ansiogeni! Il Signore ci vuole figli sereni, senza preoccupazioni fuorvianti. Le norme della Chiesa sono già sufficienti per pregare in modo semplice e anche con gesti condivisi.

Claudia F. chiede: Carissimo don Antonio, qual è il nome preciso del luogo di preghiera che si prepara il giovedì santo al termine della Messa in Coena Domini? E’ corretto dire altare della reposizione o luogo della reposizione? Inoltre le chiedo: quando all’inizio della Messa si fa il segno di croce, bisogna inchinare un po’ il capo mentre ci si segna? Infine considerando il caso in cui il tabernacolo è dietro all’altare e per la distribuzione della Comunione è necessario prendere la pisside con le Ostie già consacrate, la porticina del tabernacolo deve restare aperta fin quando non è finita la distribuzione dell’Eucaristia? Oppure è opportuno chiudere con la chiave il tabernacolo subito dopo aver preso la pisside per poi riaprirlo per riporlo?

A Claudia don Antonio Sorrentino risponde così:

  1. Il Messale dà univocamente questo nome: “Luogo della reposizione”.
  2. Vedi risposta n. 3 a Simona.
  3. “E’ bene che i fedeli ricevano la Santa Comunione con ostie consacrate nella celebrazione stessa della Messa” (OGMR n. 85). Se si prendono altre ostie dal tabernacolo, è opportuno che, mentre viene distribuita la Comunione, la porticina stia socchiusa, né spalancata né chiusa a chiave.

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