Web Liturgia. I ministranti, i ceri e l'ambone. La comunione fuori la Messa. Il Purificatoio. Il Lettore e l'Eucarestia.

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi alle domande di:  Sabatino, Simona, Claudia e Giorgio.  Per postare nuove domande al noto e stimato liturgista potete farlo scrivendole in fondo alla pagina, nello spazio dedicato ai commenti, nella pagina WEB LITURGIA, basta cliccare qui.

Sabatino scrive: Carissimo don Antonio, in una risposta lei ci ha insegnato che i due ministranti che portano i ceri al Vangelo è bene che si mettano l’uno di fronte all’altro, ai lati dell’Evangeliario. Un liturgista scrive: i ministri con i ceri prendono posto ai lati dell’ambone, rivolti al libro e partecipano alla proclamazione del Vangelo. Quest’ultimo suggerimento mi sembra in linea con quanto prescrive l’OGMR 133: I presenti si rivolgono verso l’ambone, per manifestare una particolare riverenza al Vangelo di Cristo. Potrebbe chiarirmi l’atteggiamento dei ministranti durante la proclamazione del vangelo? Un secondo quesito: Quando si ricevono le ceneri i fedeli, dopo che il ministro ha detto: Convertitevi, e credete al Vangelo; oppure Ricordati che sei polvere, e in polvere tornerai, è opportuno che rispondano dicendo Amen?

Don Antonio Sorrentino risponde
  1. Sì, confermo, i ministranti che portano i ceri al canto del Vangelo stanno uno di fronte all’altro, ai lati dell’evangeliario, che evidentemente è deposto sul leggio dell’ambone.
  2. Ricevendo le ceneri, non è prevista alcuna risposta. Non aggiungiamo parole superflue. “Amen” significa “Così è” e anche “Così sia”: a che cosa?!

Simona chiede: Caro don Antonio, lei ci ha insegnato che durante la distribuzione della Comunione non bisogna inginocchiarsi. Ho letto con attenzione un libro: Come andare a Messa e non perdere la fede di Nicola Bux – Piemme. A pag. 149 è scritto invece: Mentre viene amministrata la comunione rimaniamo in ginocchio in segno di adorazione; ci possiamo sedere dopo che il Sacramento viene riposto nel tabernacolo. Si obbietta da taluno che non ha senso stare in ginocchio, in quanto il Signore ce l’abbiamo in noi. Ma la verità del segno, esige di far corrispondere al gesto esteriore di adorazione quello interiore, nel raccoglimento di noi stessi in lui. Mi può aiutare ad avere idee più chiare su questo momento della celebrazione eucaristica? Una semplice domanda su come si preparano gli oggetti sacri. Guardando la copertina di questo libro ho visto un calice con un purificatoio su di esso aperto al centro. Quando si prepara dall’inizio della celebrazione il calice sia sull’altare o sulla credenza, il purificatoio va preparato come si vede dalla foto in copertina o anche in qualche altro modo? Infine è indifferente che sul purificatoio, sul manutergio, sul corporale e sulla palla ci sia la croce o qualche altro segno? O si dà un consiglio?

Don Antonio Sorrentino risponde:
Le norme liturgiche non giungono a questi dettagli minuziosi. Il purificatoio, per antica consuetudine, scende ai due lati della coppa del calice. Ma niente vieta che sia sulla credenza, piegato, ai piedi del calice. Il purificatoio può essere distinto con una piccola croce ricamata e anche con un piccolo orlo perimetrale. Così anche per il corporale e la palla, che in genere vengono un po’ inamidate.

Claudia F. chiede: Carissimo don Antonio, il n. 277 dell’OGMR insegna: Con due colpi si incensano le reliquie e le immagini dei Santi esposte alla pubblica venerazione, unicamente all’inizio della celebrazione, quando si incensa l’altare. Per quale motivo i Santi possono essere incensati solo all’inizio della celebrazione? Inoltre se si celebra la solennità del santo Patrono, in questa occasione particolare l’immagine del santo può essere incensata in più momenti della S. Messa? Leggendo il Rito della Comunione fuori della Messa e culto eucaristico ho trovato scritto a pag. 35 il n. 36 dove si specifica che il ministro può comunicarsi e il n. 39 che prescrive che questi riponendo il Santissimo nel tabernacolo fa genuflessione. Dato che lei ci insegna che quando si è ricevuto il Corpo di Cristo non bisogna genuflettersi perché si ha il Signore con sé, perché in questo rito le rubriche prescrivono un’indicazione diversa?

Don Antonio Sorrentino risponde:
Il n. 39 del Rito della Comunione fuori della Messa non distingue se il ministro ha ricevuto o no Gesù. Se non si è comunicato, fa la genuflessione. Se invece si è comunicato, non c’è bisogno di far genuflessione prima di chiudere il tabernacolo: ha Gesù presente in sé, è un tabernacolo vivente. Gesù non si inginocchia davanti a Gesù!

Giorgio Sinori (lettore Istituito nella diocesi di Roma), chiede: don Antonio, desidererei una precisazione nella risposta data che il lettore non può distribuire la Comunione vale anche per il ministro istituito lettore, che svolge il suo ministero durante la Celebrazione e non è presente l’accolito?

Don Antonio Sorrentino risponde:
Il lettore in quanto tale è istituito per la proclamazione della parola di Dio, non per distribuire l’Eucaristia. Può farlo solo se viene incaricato e benedetto “ad actum” dal sacerdote in casi eccezionali. Normalmente possono distribuire l’Eucaristia il sacerdote, il diacono e, al bisogno, l’accolito e il ministro straordinario della Comunione.

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