Viaggiando con "l'Apostolo dei Gentili"

Con la celebrazione dei Vespri, avendo il cuore rivolto a tutte le persone che nella nostra comunità vivono un momento di disagio, i gruppi di preghiera parrocchiali (ADP, fedeli di San Domenico e gruppo Padre Pio) si sono riuniti per  il consueto incontro di catechesi.
L’incontro di questa sera (12/11/2008), tenuto nel salone Margherita di Durazzo, presso la chiesa di san Domenico in Acquamela di Baronissi (SA), è stato incentrato sulla  "Prima lettera ai Tessalonicesi".  Così come da linea guida, tracciata dai nostri sacerdoti don Nello e don Angelo, che hanno "tematizzato" le catechesi di quest’anno sulla figura dell’Apostolo dei Gentili:  Paolo.
Dopo una rivisitazione geografica dei luoghi e una breve introduzione del contesto storico, i presenti si sono inoltrati nei primi versi della lettera. Nella prima parte  Paolo si prodiga in una serie di effusioni di sentimenti,  che manifestano tutto l’affetto portato verso i fedeli da lui condotti alla fede in Cristo. La sua gioia, dopo quanto detto da Timoteo, al ritorno dal suo viaggio in Tessalonica, è talmente alta, che questo sentimento (di Paolo)  esplode:  "Ora si che viviamo" (1Ts 3,8). 
Il tempo vola e i gruppi di preghiera parrocchiali, si soffermano solamente su un tema, il più importante della lettera: la parusìa. 
 
L’attesa che Paolo aveva suscitato in questa comunità,  riguardo il "ritorno del Cristo" era tale che la stessa, viveva in una gioiosa attesa  (noi come viviamo l’attesa ?).
 
Ma un dubbio insidiava il loro pensare: quale sorte per i parenti e familiari defunti, o di chi poteva morire nel frattempo? 
Essi infatti credevano che la gioia del  "ritorno del Cristo"  fosse riservato  solo ai viventi. 
Paolo, con la solita maestria e la personalità di sempre,  sgombra il campo dai dubbi, affermando perentoriamente: "Non vogliamo poi lasciarvi nell`ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza.  Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui.   Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti" (1Ts 4, 13-15). (e le nostre apprensioni quotidiane?).  

Ma quando verrà il Cristo?  Paolo sembra parlare al presente, sembra che la venuta sia  imminente.  Ma come può essere vero questo?  Continuando nella lettura Paolo ci da la chiave di volta,  la comparsa del Cristo giungerà inattesa, come un ladro di notte (1Ts 5,2; cfr. Mt 24,42-44) e invita i cristiani alla vigilanza, a mantenersi pronti per la venuta di Gesù: "Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti voi ben sapete che come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore. E quando si dirà: "Pace e sicurezza", allora d`improvviso li colpirà la rovina, come le doglie una donna incinta; e nessuno scamperà.   Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno possa sorprendervi come un ladro:   voi tutti infatti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte, né delle tenebre. (1Ts 5, 1-5).
(noi come stiamo preparando la Sua venuta nella nostra vita?). 
 
Concludendo: "State sempre lieti,  pregate incessantemente,  in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.  Non spegnete lo Spirito,  non disprezzate le profezie;  esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono.  Astenetevi da ogni specie di male". (1Ts 5,16-22).

 

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