Favale: "I sicari sono la dimostrazione dell'abbrutimento della razza umana"

Un appello a essere «i veri padroni del Cilento» e a respingere l’offensiva di chi vuole speculare su questa terra. Questo il monito lanciato dal vescovo di Vallo della Lucania, monsignor Rocco Favale, nel corso dell’omelia pronunciata per i funerali di Angelo Vassallo in corso alla presenza di diverse migliaia di persone, almeno 6mila.

«Non lasciatevi prendere dalla prospettiva degli affari d’oro, soprattutto se derivanti da denaro di dubbia provenienza – ha esortato il presule – tenetevi stretti i sacrifici fatti dai vostri antenati. Siate voi i veri padroni del Cilento e proteggete i vostri figli come sentinelle del territorio».

«Accontentatevi del poco», ha proseguito monsignor Favale che poi riferendosi agli autori dell’agguato ha detto: «Questi sicari sono la dimostrazione dell’abbrutimento della razza umana».

Per tutta la notte era proseguito l’omaggio nella camera ardente allestita nella chiesa dell’Annunziata alla salma. Oltre ai tanti cittadini del posto, c’è una nutrita rappresentanza del mondo delle istituzioni e dell’associazionismo. Legambiente è presente con le sue bandiere e uno striscione con la scritta “Ciao Angelo”, oltre a numerosi gonfaloni provenienti da tutta Italia, compreso quello del Comune di Firenze, tra i primi ad arrivare con i suoi rappresentanti in costume tipico del Maggio fiorentino.

Ieri sera a rendere omaggio alla salma si è recato Pier Luigi Bersani, segretario nazionale del Pd, partito al quale Vassallo era iscritto. Una gigantografia sette metri per dieci, del sindaco-pescatore in piedi su uno scoglio in mezzo al mare, ricopre la torre che dà sul porto. Gli amici del paese hanno issato uno striscione sul quale si legge «Ora ci chiamiamo tutti Angelo Vassallo: sei e sarai sempre vivo in mezzo a noi».

Intanto dall’autopsia è emerso che il sindaco è stato colpito da sette dei nove proiettili sparati contro la sua auto. L’autopsia sul cadavere è durata oltre tre ore ed è stata eseguita nell’obitorio dell’ospedale di Vallo della Lucania dal prof. Francesco Vinci, associato presso l’Università di Bari e direttore responsabile del Centro balistica forense. Ora per il medico legale ci sono 40 giorni di tempo per redigere la perizia che conterrà anche gli esiti della ricostruzione tridimensionale delle traiettorie, utile a definire con maggiore certezza la dinamica del delitto. Troverebbe conferma anche l’ipotesi dell’impiego di una sola pistola, una calibro 9 per 21, che ha sparato a distanza ravvicinata.

Da “Avvenire” on line del 10 settembre 2010

Foto ANSA

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