Santi Gioacchino e Anna

Sono i nonni di Gesù e questa espressione familiare dice già tutta la loro grandezza e tutta la tenerezza con cui i cristiani li hanno sempre venerati. Le notizie su di loro le dobbiamo tutte ad alcuni Vangeli apocrifi e ad alcune antiche leggende, il cui valore non sta nell’esattezza degli avvenimenti narrati, ma in ciò che intendono comunicare e trasmettere. Che i due Sposi sterili abbiano dovuto attendere lungamente il frutto desiderato del loro amore ottenendolo solo per grazia, ci dice che essi sono collocati nella linea degli antichi patriarchi che hanno generato solo “per fede” perché chiamati a testimoniare che all’origine di ogni paternità c’è la Paternità di Dio. Ciò è vero sempre, ma quanto è più vero quando si tratta di preparare, da vicino, la culla umana del suo Figlio Gesù! Che Dio abbia risposto ai loro pianti e alla loro umiliazione rivelandosi e promettendo ad Anna: “Si parlerà della tua discendenza per tutta la Terra” è un racconto apocrifo, ma esso ha la storicità dello stesso adempimento: quella riconosciuta dalla loro stessa figlia Maria quando disse nel Magnificat: “Tutte le generazioni mi chiameranno Beata!”. Che Anna e Gioacchino si ritrovarono, poi, felici alla Porta aurea di Gerusalemme, certi dell’imminente concepimento, ci dice esattamente che quel giorno Dio aprì all’umanità la porta della salvezza, perché potesse entrare nel mondo l’Immacolata.  Soprattutto Anna è la patrona di coloro che desiderano un figlio e delle partorienti, delle casalinghe e delle domestiche. Ma è simpatico che sia venerata anche come “protettrice dei gioiellieri”, perché seppe custodire nella sua casa il gioiello più prezioso che allora ci fosse al mondo… nell’attesa di Gesù.


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