San Felice prete e martire salernitano
|San Felice (Salerno) prete e martireORAZIONE O Signore, ascolta le nostre suppliche e, per intercessione del beato Felice prete, che non esitò a sacrificare la sua vita per Te, concedi a noi tuoi servi, di cercare sempre Te, con le nostre opere e di servire Te solo con tutto il cuore. Per il nostro Signore. Memoria S. Felice, prete e martire salernitano, subì il martirio per Cristo, nella feroce persecuzione dell’imperatore Diocleziano. Le sue reliquie, già venerate nella Rocca Maggiore o Castello della Città, dall’Arcivescovo Alfano I furono deposte nel 1081, nella Cripta della Chiesa Cattedrale. Tutto dal Comune di un Martire, eccetto l’Orazione.
Romualdo II Guarna, vescovo di Salerno dal 1166, nel suo “Breviarium” racconta, tra storia e leggenda, il martirio di San Felice. Il santo, vissuto nel II secolo, ai tempi dell’imperatore Diocleziano, venne condotto al Tempio di Diana, affinchè venerasse gli dei pagani. Felice si rifiutò e, con un soffio, fece crollare le statue delle divinità. Dracco, prefetto della città, ordinò che fosse decapitato e dato in pasto ai cani e ai lupi. Felice venne torturato e portato sul luogo scelto per il martirio, soffiò su una quercia secolare sradicandola e provocando anche il crollo di un altro tempio pagano, che sorgeva lì vicino. Il suo corpo abbandonato alle bestie, non venne da questo toccato; i fedeli decisero di seppellire il corpo del santo sul luogo del martirio e, molto probabilmente, edificarono un primo tempietto che successivamente il Vescovo Bernardo fece trasformare nell’attuale chiesa.
Nella foto in alto a sinistra, affreschi incorniciati in stucco, conservati nella zona dell’abside più grande, della chiesa di san Felice in Felline (SA) che risalgono al Cinquecento e sono stati realizzati, probabilmente, da Andrea Sabatini. Essi rappresentano: al centro L’ Eterno Padre, a sinistra La Madonna della Misericordia e a destra S.Felice.