Raccontare la realtà: giornalismo «cane da guardia» della democrazia

C’è una «pigrizia di fondo che striscia nel giornalismo italiano e non solo. Servono inchieste: ho voglia di giornali che facciano inchieste scomode». Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, al Meeting di Rimini, mette in luce il problema «dello sguardo opaco, assuefatto» che rischia di portare la stampa lontana dalla sua missione, quella di essere «non solo il cane da guardia della democrazia, ma anche della persona umana». I giornali, prosegue Tarquinio, «possono aiutare le persone ad aprire gli occhi, ad avere consapevolezza e – aggiunge – la consapevolezza cambia il mondo». Soprattutto in un momento delicato come quello attuale in cui, sottolinea, “occorre una visione” chiara sulle cose da fare, anche da parte del ceto politico. «Non chiedo la profezia – conclude il direttore di Avvenire – ma la visione sì. Abbiamo bisogno di gente che abbia la visione e la chiedo ai politici».
«Raccontare la realtà» è il tema su cui si confrontano, davanti al popolo del Meeting, anche il direttore del Sole 24Ore Roberto Napoletano e il direttore di Radio Uno e di Gr Rai Antonio Preziosi. «La realtà – spiega Napoletano – è differente, cambia di giorno in giorno e raccontarla significa assumersi delle responsabilità» nella scelta di temi, argomenti e titoli: «Non bisogna mai rinunciare a scavare», scansando i rischi del verosimile. «bisogna verificare e riverificare le fonti – aggiunge Preziosi -. Per capire la verità, basta avere occhi puliti. La verità parla e quando non parla è perché c’è qualcuno che le ha tappato la bocca».

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