“Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”

Da Platone a Kant, da Pestalozzi a Bruner l’azione educativa è sempre stata ben analizzata, mirata ed applicata, attraverso quelle dinamiche scolastiche, che hanno contribuito a definire la scuola come “un luogo di formazione ed educazione mediante lo studio, l’acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica” (art.1 comma 1 dello statuto delle studentesse e degli studenti della repubblica italiana).  Vivere dal di dentro la scuola per poterla raccontare, è quello che vorrei fare. In qualità di studentessa all’ultimo anno del liceo socio-psico-pedagogico, a volte mi fermo a discutere con i miei compagni, domandando: cosa pensate voi della scuola? Le risposte mi fanno rendere conto che essa è vissuta in maniera totalmente diversa da come dovrebbe. Un aggettivo mi torna alla mente: è imbarazzante.
Una scuola che tenta di risalire dall’abisso che l’avvolge da troppo tempo e che sembra peggiorare, un abisso dagli ospiti inquietanti come il bullismo, le violenze in genere, le carenze del processo educativo, che l’attanagliano fino a farla sprofondare.
E allora non sprechiamo più tempo, rimbocchiamoci le maniche, è il nostro momento di agire, per non farci dire che non abbiamo più interessi, reagiamo, guardiamo a fondo e ci renderemo conto che ognuno di noi ha dentro un capolavoro in bianco e nero tracciato dalla matita di Dio e che aspetta i colori della nostra anima per essere portato a compimento. Sta a noi “prendere in mano la nostra vita e farne un capolavoro”, ricordando , come Giovanni Paolo II diceva, che noi giovani siamo il futuro del mondo. Un futuro che inizia a gettare le fondamenta tra i banchi di scuola.

 

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