Portaparola: «Ripartiamo»…
|Pubblichiamo integralmente (dal quotidiano "Avvenire") l’articolo di Augusto Cinelli di meroledì 16 settembre 2009, in cui si parla della nostra parrocchia:
Settembre è tradizionalmente il mese della progressiva ripresa dell’attività pastorale in diocesi e parrocchie.
Anche per gli animatori del Portaparola è il momento di tornare sul ‘campo’. Non senza però il conforto di quelle motivazioni di fondo necessarie a tenere in piedi il proprio servizio. Qui di seguito alcuni animatori, impegnati in varie comunità in tutta Italia, propongono una ‘ragione’ che più delle altre continua a convincerli che vale la pena darsi da fare.
Anche per gli animatori del Portaparola è il momento di tornare sul ‘campo’. Non senza però il conforto di quelle motivazioni di fondo necessarie a tenere in piedi il proprio servizio. Qui di seguito alcuni animatori, impegnati in varie comunità in tutta Italia, propongono una ‘ragione’ che più delle altre continua a convincerli che vale la pena darsi da fare.
Una «lente» cristiana indispensabile
«È sempre più necessario dare una lettura cristiana degli avvenimenti quotidiani, per questo strumenti come Avvenire sono indispensabili: il quotidiano dei cattolici esprime un giornalismo che obbedisce a una logica di verità». Per Francesco e Maria Letizia Pergolotti, da cinque anni Portaparola nella parrocchia di Santa Maria dei Servi di Ancona, non ci sono dubbi: l’attività di animazione culturale tramite i mass media nella comunità cristiana è un servizio da proseguire e potenziare, «anche – dicono – perché in giro si pronunciano troppe parole senza essere informati».
Secondo la coppia i media cattolici consentono ai credenti di aver voce nel dibattito pubblico.
Secondo la coppia i media cattolici consentono ai credenti di aver voce nel dibattito pubblico.
Fronte comune sull’emergenza educativa
Per Marianella Marni, della parrocchia di San Biagio di Ravenna, coordinatrice assieme al marito dei Portaparola della diocesi di Ravenna-Cervia, «è il momento di fare nostro l’appello lanciato dal cardinale Ersilio Tonini» dalle pagine di Avvenire all’indomani delle dimissioni del direttore Boffo. «Ancora di più ora c’è bisogno di far capire alla gente il valore di uno strumento come Avvenire, che nei 15 anni con Boffo è diventato un giornale di grande valore».
Impegnarsi nel servizio del Portaparola significa, per la Marni, «diffondere una parola di verità su quanto accade». «Basti pensare – aggiunge – all’emergenza educativa, su cui l’alleanza tra catechisti, insegnanti e Portaparola è strategica».
Impegnarsi nel servizio del Portaparola significa, per la Marni, «diffondere una parola di verità su quanto accade». «Basti pensare – aggiunge – all’emergenza educativa, su cui l’alleanza tra catechisti, insegnanti e Portaparola è strategica».
«C’è dell’altro»: slogan che ci spinge
«Avere un punto di riferimento ‘altro’ nel panorama dell’informazione»: è la ragione che più di tutte giustifica e sostiene l’attività dei Portaparola nella comunità cristiana, secondo Serena Gregorini, impegnata nella parrocchia dei Santi Simone e Giuda di Ascoli Piceno. La sua convinzione richiama quanto i Portaparola di tutta Italia si dissero al primo forum svoltosi a Bibione lo scorso anno, sintetizzato in quel «c’è dell’altro» proposto da Dino Boffo e divenuto un’affermazione comune a tutti gli animatori. «Soprattutto – dice Gregorini – c’è un urgente bisogno di dare spessore a quella voce differente nel panorama dell’informazione: è qui il compito e l’impegno creativo dei Portaparola».
«Incidere di più sulla realtà»
La sua lunga esperienza di animazione con la stampa cattolica lo ha convinto a far sua la proposta del progetto Portaparola. Tanto che don Marcello Brunini, della parrocchia di San Pietro Apostolo di Valdottavo, diocesi di Lucca, non ha difficoltà a individuare la motivazione del suo impegno: «O si raggiunge la gente tramite i media – anche la nostra gente – o rischiamo di non incidere sulla mentalità delle persone». Da qui la ragione per ripartire: aiutare i credenti a giudicare i fatti, a familiarizzare con letture formative, senza lasciarsi modellare «dalle tante cose fuorvianti che oggi si trovano in edicola».
In circolo troppa poltiglia mediatica
«C’è un’ondata di notizie senza spessore da cui rischiamo di lasciarci trascinare. Per questo è sempre più urgente avere a portata di mano un’informazione che offra contenuti diversi e stimolanti per il dialogo con gli altri e la propria formazione». È quanto sostiene Stefania Lusin, della comunità di Santa Maria Assunta di Bibione, diocesi di Concordia-Pordenone, dove il servizio dei Portaparola è intensissimo in estate per l’ormai nota attività di animazione con i turisti e la Festa di Avvenire, ma dove anche d’inverno ormai «la gente dimostra di cercare notizie alternative alla solita poltiglia mediatica».
Rimettere in moto la verità
Risiede nel «profondo desiderio di vivere e comunicare la verità» la ragione che mette in moto la scelta di essere Portaparola a giudizio di Filomena Pizzuti, animatrice della parrocchia di San Pietro Apostolo in Aiello Acquamela, diocesi di Salerno-Campagna-Acerno. «La verità – afferma – è uno dei valori più radicalmente messi in discussione. Per questo è necessario aiutare le persone a cercarla e condividerla. Noi Portaparola abbiamo questo compito, che non è facile». Per la Pizzuti si tratta «di aprire una strada nel deserto», tanto è il disorientamento della gente oggi sul piano culturale e informativo.