Ordinazione Diaconi Permanenti

ordinazioni diaconali (565x800)E dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi (GV 13, 14-15). 

Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno

La Comunità Diaconale annuncia con gioia che Sabato 26 ottobre 2013 alle ore 18.30 nella Cattedrale di Salerno, per l’imposizione delle mane e la preghiera di consacrazione di S.E.Rev. Monsignor Luigi Moretti gli accoliti:

Pasquale Aiello, san Domenico in Salerno
Cascone Ciro, unità pastorale di Olevano sul Tusciano
Cosimato Domenico, SS Salvatore in Baronissi
Fierro Alfonso, Santi Andrea e Giovanni Battista in Filetta di san Cipriano
Gagliardi Elio, san Domenico in Salerno
Luise Giuseppe, Santi Andrea e Giovanni Battista in Filetta di san Cipriano
Petrone Ciro, SS Salvatore in Baronissi
Salsano Vincenzo, San Pietro Ap in Aiello di Baronissi

saranno ordinati Diaconi permanenti.

“Un rabbino istruiva, una volta, i suoi discepoli. Nel corso dei suoi insegnamenti, domandò loro: “Quando comincia il giorno?”. Uno tra loro rispose: “Quando si alza il sole ed i suoi dolci raggi abbracciano la terra e la rivestono d’oro. Allora, un nuovo giorno comincia”. Ma il rabbino non fu soddisfatto da tale risposta. Così, un altro discepolo s’arrischiò ad aggiungere: “Quando gli uccelli cominciano a cantare in coro le loro lodi e la natura stessa riprende vita dopo il sonno della notte. Allora, un nuovo giorno comincia”. Anche questa risposta non accontentò il rabbino. Uno dopo l’altro, tutti i discepoli tentarono di rispondere. Ma nessuno riuscì a soddisfare il rabbino. Infine, i discepoli si arresero e con agitazione domandarono loro stessi: “Allora, dacci tu la risposta giusta! Quando comincia il giorno?”. Ed ecco il rabbino rispondere con estrema calma:

“Quando vedete uno straniero nell’oscurità ed in lui riconoscete vostro fratello, in quel momento il giorno è nato! Se non riconoscete nello straniero vostro fratello o vostra sorella, il sole può essere sorto, gli uccelli possono cantare, la natura può ben riprendere vita. Ma fa ancora notte, e le tenebre sono nel tuo cuore!”.

È l’amore che ci dona occhi per vedere, un cuore per essere sensibili e delle mani per aiutare. “La vocazione dei cristiani è quella di condividere generosamente quest’amore sulle diverse strade che oggi percorre l’umanità, strade che sono nuove e talvolta pericolose, ma sempre aperte alle persone che sono in cammino […]”. La mia fervida preghiera, questa mattina, nel mentre andiamo a cominciare la nostra riflessione, è che ciascuno di noi possa essere colmato dalla luce dell’amore che ci incoraggerà ad uscire da noi stessi e a rivolgerci verso coloro che hanno bisogno d’aiuto. Come il Buon Samaritano ebbe cura dell’uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico, così noi dobbiamo prenderci cura di quella parte dell’umanità che, nel corso del suo pellegrinaggio terrestre, si trova riversa a terra, attaccata e percossa, derubata di ciò che è al cuore della sua cultura, per far rinascere in lei la speranza, la sanità e la gioia, impregnandola del divino e del sacro, e così riconducendola alla sua gloria primigenia. Lo ha ben detto Sant’Ireneo: “La gloria di Dio è l’uomo vivente e la vita dell’uomo è la visione di Dio”. Questa parabola del Buon Samaritano diverrà dunque vitale e parlerà oggi ai nostri cuori nella misura in cui sapremo chi è il nostro prossimo ed obbediremo al comando di Gesù dato al dottore della legge: “Va’, e anche tu fa lo stesso”. Siamo invitati ad entrare in una realtà che sorpassa ogni legge. Ecco la nostra sfida: impegnarci ad amare ed essere in comunione grazie al nuovo comandamento di Cristo.

CARD. Paul Poupard
Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura
Commento a “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico”
(Lc. 10, 30)

 

http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/hlthwork/documents/rc_pc_hlthwork_doc_30061997_poupard_it.html

 

 

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