Medjugorje, un mistero lungo 30 anni
|Era il 24 giugno del 1981 quando su quel sentiero «apparve una figura femminile luminosa» che il giorno dopo si sarebbe presentata come la Vergine Maria. Ma la visione più sconvolgente sarebbe avvenuta all’indomani, il 26 giugno, con la Madonna che invoca la pace e lancia un accorato appello alla riconciliazione. Esattamente dieci anni più tardi, il 26 giugno 1991, la Jugoslavia si spacca con il suo sanguinoso strascico di guerre e di atrocità efferate. Il messaggio di Medjugorje acquista una sua tragica attualità. Le visioni e i messaggi della Madonna sarebbero proseguiti negli anni ad appuntamenti fissi e continuano ancora oggi, sostengono i veggenti. Un fenomeno su cui la Chiesa non si è ancora pronunciata ufficialmente ma che è ormai notissimo in tutto il mondo ed alimenta un flusso di fedeli in continua crescita.
Quando venni qui la prima volta, a metà degli anni Ottanta, c’erano soltanto povere case di contadini e le apparizioni erano un argomento tabù. Il regime comunista vedeva con fastidio e preoccupazione l’arrivo dei pellegrini ed i presunti veggenti erano inavvicinabili. Mi ricordo che durante la Messa se ne stavano nascosti in sacrestia, praticamente invisibili. Spesso dovevano subire gli interrogatori della polizia. I padri francescani di Medjugorje venivano minacciati e perseguitati.
Proprio in questi giorni sono usciti i documenti dei servizi segreti jugoslavi, pubblicati dal giornale di Zagabria «Vecernij List», che mostrano gli intrighi e le manipolazioni messi in atto dal partito comunista, approfittando delle antiche rivalità tra il vescovo della diocesi di Mostar ed i francescani di Medjugorje. Contro l’autenticità delle apparizioni si era dichiarato, in modo molto duro, l’allora vescovo di Mostar, monsignor Zanic, il cui giudizio è condiviso anche dal suo successore attuale, monsignor Peric. Altri prelati la pensano in modo opposto.
Di fatto oggi Medjugorje, benché non possa essere definito ufficialmente un santuario «mariano», è uno dei luoghi-simbolo della venerazione alla Madonna come Lourdes e Fatima. Sono migliaia i casi di guarigioni inspiegabili e di conversioni repentine. E le folle che giungono qui sono davvero impressionanti. Si parla di 30 milioni di pellegrini in questi trent’anni. «Ma è difficile calcolare il numero preciso – spiega padre Milenko Steko, responsabile della comunicazione e vice provinciale dei francescani dell’Erzegovina –. Abbiamo i dati a partire dal 1985: 27 milioni di ostie e 600 mila Messe».
Nei prossimi giorni, per il trentesimo anniversario delle apparizioni, non è prevista alcuna celebrazione speciale ma è in corso una novena segnata dal ritmo quotidiano della recita del Rosario sulla collina del Podbrdo, della Messa sulla spianata della chiesa di San Giacomo alle 19, e dell’adorazione eucaristica alle 22 che proseguirà per tutta la notte tra venerdì e sabato. Si prevede l’arrivo di 100 mila fedeli che hanno già iniziato a riempire questo piccolo villaggio di quattromila abitanti dove ogni giorno spuntano nuovi hotel e negozi di souvenir. Ma il chiasso e la confusione si fermano sulle soglie dell’area centrale, attorno alla chiesa, dove campeggia la scritta «Silentium» e domina un clima di grande raccoglimento. C’è gente di ogni età e nazionalità, gruppi organizzati e famigliole. C’è chi dice d’aver assistito a dei prodigi come il roteare del sole. Ma le voci più commoventi sono quelle che raccontano la fede ritrovata.
«È questo il miracolo più grande e si ripete ogni giorno» mi dice Marija Pavlovic, una delle presunte veggenti che afferma d’avere apparizioni quotidiane della Madonna. «Ma ancora non si è stancata?», chiedo con una battuta un po’ scettica. Lei sorride, spiega che con la Vergine non fa conversazioni da salotto bensì invocazioni e preghiere. Non c’è fanatismo nelle parole di Marija, mi sembra una donna molto serena che cerca di vivere con normalità quella che ritiene una grazia speciale. È appena tornata dal supermercato con le borse della spesa, ha con sé tanti fiori. Il motivo? «Oggi da Cracovia mi portano una reliquia del beato Giovanni Paolo II», sussurra con aria furtiva, come volesse farmi complice della sua felicità contagiosa.