Io, suora, offesa dal ministro

Il ministro del Lavoro Sacconi, per polemizzare contro la Cgil ha utilizzato una barzelletta agghiacciante che parla di suore violentate consenzienti. Questo è il livello di un ministro della Repubblica.
Mi stupisce e mi sconcerta che un uomo di governo, un rappresentante delle più alte istituzioni del nostro Paese, utilizzi un simile esempio, profondamente fuori luogo e offensivo non solo nei riguardi delle suore, ma di tutte le donne. Ormai nel nostro Paese l’uso della metafora a sfondo sessuale sembra essere diventata una prassi condivisa da uomini pubblici ai più alti livelli politici. Non si rendono conto che non si può e non si deve scherzare in nessun modo e in nessun caso sulla violenza perpetrata nei  confronti delle donne? Tanto più se si chiamano in causa delle religiose, che spesso hanno dato – e continuano a farlo – la loro stessa vita per difendere la dignità della donna e di ogni essere umano. È vergognoso e intollerabile!
Da anni, in qualità di responsabile dell’Ufficio Tratta delle donne e dei minori dell’Usmi, lotto in prima persona contro il traffico di donne e bambini oggetto dello sfruttamento sessuale. La storiaccia del ministro mi colpisce nella mia dignità, nella mia vocazione a servire Cristo e nel mio lavoro. Ma non parlo solo a titolo personale. Parlo in particolare a nome di tutte le suore che in Italia lottano contro il traffico di donne e minorenni per lo sfruttamento sessuale. Donne e ragazzine, poco più che bambine, che di giorno e di notte, sono costrette a vendere il loro corpo per soddisfare gli istinti sessuali degli uomini italiani. Sono milioni di veri e propri stupri quelli che queste donne – le nuove “schiave” del XXI secolo – subiscono ogni giorno sulle nostre strade, nei night club o negli appartamenti. E non c’è proprio nulla su cui scherzare. Né sulle religiose, né su alcuna donna che subisce violenza.

“Fonte Famiglia Cristiana”

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