Il Papa: «Abbiamo bisogno di Dio più che della salute o di altro»
|“Questa è la questione centrale: che cosa è davvero necessario nella nostra vita?”. Benedetto XVI ha posto questa domanda in occasione della prima Udienza Generale di agosto. E ha ricordato in proposito la risposta di Sant’Alfonso Maria de Liguori, per la quale sono necessarie “la salute e tutte le grazie che per quella ci bisognano”, con ciò naturalmente intendendo dire, ha spiegato Ratzinger, “non solo la salute del corpo, ma anzitutto quella dell’anima, che Gesù ci dona”. “Più che di ogni altra cosa – ha scandito il Papa – abbiamo bisogno della sua presenza liberatrice che rende davvero pienamente umano, e perciò ricolmo di gioia, il nostro esistere”
Per la sua riflessione, il Pontefice ha preso spunto dall’odierna festa di Sant’Alfonso, “uno dei santi – ha detto – più popolari del XVIII secolo, per il suo stile semplice e immediato e per la sua dottrina sul sacramento della Penitenza: in un periodo di grande rigorismo, frutto dell’influsso giansenista, egli raccomandava ai confessori di amministrare questo sacramento manifestando l’abbraccio gioioso di Dio Padre che nella sua misericordia infinita non si stanca di accogliere ogni figlio pentito.
Per il grande vescovo di Sant’Agata dei Goti, ha aggiunto Papa Benedetto, la preghiera “è un mezzo, ci richiama al fine da raggiungere: Dio ci ha creato per amore, per poterci donare la vita in pienezza; ma questa meta, vita in pienezza, a causa del peccato si è, per così dire, allontanata, lo sappiamo tutti, e solo la grazia di Dio la può rendere accessibile”. Una “verità basilare” che aiuta a “capire con immediatezza come sia reale per l’uomo il rischio di perdersi” e che si riassume nella famosa massima alfonsiana “Chi prega si salva, chi non prega si danna!”.
“Il salvarsi insomma senza pregare è difficilissimo, anzi impossibile ma pregando il salvarsi è cosa sicura e facilissima”, ha ricordato dunque il Papa teologo citando ancora Sant’Alfonso. “Anche noi – ha poi concluso – consapevoli della nostra debolezza, dobbiamo chiedere l’aiuto di Dio con umiltà, confidando solo sulla ricchezza della sua misericordia. Solo con una preghiera personale quotidiana e con la partecipazione ai Sacramenti, può crescere in noi la presenza divina che indirizza il nostro cammino, lo illumina e lo rende sicuro e sereno, anche in mezzo a difficoltà e pericoli”.