"Homo Dei" recensione di don Nello Senatore
|Vi proponiamo la recensione di don Nello Senatore al libro della giornalista salernitana Patrizia De Mascellis: "homo Dei".
Un uomo, un prete, un missionario.
Una luce, una testimonianza, un orgoglio.
Vorrei continuare, ma non voglio e non devo andare oltre, perché correrei il rischio di fare arrossire il protagonista del libro, don Alfonso De Caro, e anche l’autrice, Patrizia de Mascellis. Don Alfonso, missionario fidei donum, ha scritto con il martirio la sua pagina più bella della sua vita; de Mascellis ha riportato sui fogli del suo volume con precisione e ed esaustività la vicenda straordinaria di don Alfonso. Una miscela che rende il testo denso di stimoli e colmo di spiritualità.
Una ricostruzione della vita di don De caro che riempie tutto l’arco della sua esistenza, dagli studi presso la scuola media fino alla morte in quel fiume della foresta amazzonica, che inesorabilmente lo ingoiò. Una vita breve, don Alfonso nato a Cingoli di Lancusi nel 1940 è morto in Brasile nel 1977, vissuta nel desiderio di esprimere la dimensione sacerdotale e missionaria nell’amore a Dio e nel servizio ai fratelli. Scelse gli ultimi, gli indios della foresta amazzonica.
Una ricostruzione della vita di don De caro che riempie tutto l’arco della sua esistenza, dagli studi presso la scuola media fino alla morte in quel fiume della foresta amazzonica, che inesorabilmente lo ingoiò. Una vita breve, don Alfonso nato a Cingoli di Lancusi nel 1940 è morto in Brasile nel 1977, vissuta nel desiderio di esprimere la dimensione sacerdotale e missionaria nell’amore a Dio e nel servizio ai fratelli. Scelse gli ultimi, gli indios della foresta amazzonica.
Formatosi presso il Seminario regionale Pio XI di Salerno, completò la sua preparazione presso il Seminario S. Massimo di Verona, dedicato alla Madonna di Guadalupe, dove si formano i missionari per l’America Latina.
Consacrato sacerdote da papa Paolo VI nella basilica di San Pietro in Vaticano il 3 luglio 1966 fu subito nominato parroco di Carpineto (Fisciano) dall’arcivescovo di Salerno, S. E. mons. Demetrio Moscato di v.m., il quale gli concesse, circa diciotto mesi dopo la sua richiesta, il permesso di partire missionario per il Brasile, quale fidei donum.
Il racconto della vita di don De Caro dai toni singolari, che fa vibrare il cuore; inoltre, il corredo di appunti scritti in modo olografo, le testimonianze autorevoli, la documentazione fotografica recente, che mostra ancora quella barca, un guscio di noce, di cui don Alfonso volle servirsene per portale il Vangelo agli uomini della foresta, dona al testo una eccezionalità notevole, che diventa per tutti un luogo di riflessione e per la nostra diocesi la possibilità di un esame di coscienza severo sul fronte della missionari età, ricordando un passaggio significativo del nostro arcivescovo, Gerardo Pierro, “il dono della fede va condiviso con chi crede e la fede si rafforza comunicandola”.
Patrizia de Mascellis ha descritto non le vicissitudini, sarebbe stato già una bella impresa, ma ha voluto come in una sorta di introspezione andare a cogliere il respiro di un sacerdote, il quale spinto dall’ansia missionaria, ha lasciato tutto e tutti, perfino la sua vita.
Si leggono nei tre capitoli con una introduzione e una appendice, in filigrana, l’ammirazione dell’autrice per la Chiesa e per i sacerdoti e il desiderio di partecipare alla missione della Chiesa di dilatare il Regno di Dio. Tutto ratificato da una frase di santa Teresina di Lisieuex inserita all’inizio del testo: “Ogni mia ambizione Signore è di farti conoscere e amare”.
Altro merito di questa fatica letteraria è che va recuperare una pagina di storia, forse offuscata dal tempo e dalla vorticosità della vita, per la nostra diocesi, che procura fierezza e pone interrogativi urgenti, ai quali ciascuno è chiamato a rispondere.
Nello Senatore
Consacrato sacerdote da papa Paolo VI nella basilica di San Pietro in Vaticano il 3 luglio 1966 fu subito nominato parroco di Carpineto (Fisciano) dall’arcivescovo di Salerno, S. E. mons. Demetrio Moscato di v.m., il quale gli concesse, circa diciotto mesi dopo la sua richiesta, il permesso di partire missionario per il Brasile, quale fidei donum.
Il racconto della vita di don De Caro dai toni singolari, che fa vibrare il cuore; inoltre, il corredo di appunti scritti in modo olografo, le testimonianze autorevoli, la documentazione fotografica recente, che mostra ancora quella barca, un guscio di noce, di cui don Alfonso volle servirsene per portale il Vangelo agli uomini della foresta, dona al testo una eccezionalità notevole, che diventa per tutti un luogo di riflessione e per la nostra diocesi la possibilità di un esame di coscienza severo sul fronte della missionari età, ricordando un passaggio significativo del nostro arcivescovo, Gerardo Pierro, “il dono della fede va condiviso con chi crede e la fede si rafforza comunicandola”.
Patrizia de Mascellis ha descritto non le vicissitudini, sarebbe stato già una bella impresa, ma ha voluto come in una sorta di introspezione andare a cogliere il respiro di un sacerdote, il quale spinto dall’ansia missionaria, ha lasciato tutto e tutti, perfino la sua vita.
Si leggono nei tre capitoli con una introduzione e una appendice, in filigrana, l’ammirazione dell’autrice per la Chiesa e per i sacerdoti e il desiderio di partecipare alla missione della Chiesa di dilatare il Regno di Dio. Tutto ratificato da una frase di santa Teresina di Lisieuex inserita all’inizio del testo: “Ogni mia ambizione Signore è di farti conoscere e amare”.
Altro merito di questa fatica letteraria è che va recuperare una pagina di storia, forse offuscata dal tempo e dalla vorticosità della vita, per la nostra diocesi, che procura fierezza e pone interrogativi urgenti, ai quali ciascuno è chiamato a rispondere.
Nello Senatore