Giornata Missionaria Mondiale 2013. La lettera di Monsignor Luigi Moretti.

Salerno, 20 ottobre 2013

Prot. N. 44E/13

Carissimi,

JqhBOve_900in questo Anno della fede, la Giornata Missionaria Mondiale che celebriamo il 20 ottobre, ci chiede di riflettere sul grande dono della fede. Papa Francesco ci richiama dicendoci: “la fede, chiede di essere accolta, chiede la nostra personale risposta, il coraggio di affidarci a Dio, di vivere il suo amore, grati per la sua infinita misericordia. E’ un dono, che non è riservato a pochi, ma che viene offerto con generosità. Tutti dovrebbero poter sperimentare la gioia di sentirsi amati da Dio, la gioia della salvezza! Ed è un dono che non si può tenere solo per se stessi, ma che va condiviso. Se noi vogliamo tenerlo soltanto per noi stessi, diventeremo cristiani isolati, sterili e ammalati. L’annuncio del Vangelo fa parte dell’essere discepoli di Cristo ed è un impegno costante che anima tutta la vita della Chiesa. «Lo slancio missionario è un segno chiaro della maturità di una comunità ecclesiale» (Benedetto XVI). Ogni comunità è “adulta” quando professa la fede, la celebra con gioia nella liturgia, vive la carità e annuncia senza sosta la Parola di Dio, uscendo dal proprio recinto per portarla anche nelle “periferie”, soprattutto a chi non ha ancora avuto l’opportunità di conoscere Cristo. La solidità della nostra fede, a livello personale e comunitario, si misura anche dalla capacità di comunicarla ad altri, di diffonderla, di viverla nella carità, di testimoniarla a quanti ci incontrano e condividono con noi il cammino della vita.”

La nostra diocesi, in questo anno, ha posto, la famiglia al centro del piano pastorale, la famiglia è il primo luogo nel quale la fede viene annunciata e comunicata. La parrocchia famiglia di famiglie e la Diocesi come insieme delle parrocchie, hanno la responsabilità di essere un luogo visibile per la vita e la trasmissione della fede. Perciò ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni movimento ecclesiale, può essere missionario impegnandosi a pregare, offrendo le proprie sofferenze per aiutare le chiese missionarie sparse nel mondo.

La Chiesa come comunità di persone, animate dall’azione dello Spirito Santo, che hanno vissuto e vivono lo stupore dell’incontro con Gesù Cristo e desiderano condividere questa esperienza di profonda gioia, può allargare i propri confini. E’ il compito affidato ad ogni battezzato ed a tutte le comunità cristiane, “i confini della fede non attraversano solo luoghi e tradizioni umane, ma il cuore di ciascun uomo e di ciascuna donna”. La convivenza umana oggi è segnata da tensioni e conflitti che provocano insicurezza e fatica, viviamo in un momento di crisi che tocca diversi settori dell’esistenza, i valori fondamentali che la animano ed il senso profondo della vita, in questa situazione, possiamo essere testimoni coraggiosi del Vangelo di Cristo che è annuncio di speranza, di riconciliazione, di comunione. “La missionarietà della Chiesa – come dice Papa Francesco – non è proselitismo, bensì testimonianza di vita che illumina il cammino, e porta speranza e amore. Gesù non lascia mai solo nessuno! Ci accompagna sempre. Non ha detto “va’” , ma “andate”, per questo, compito della Comunità è accompagnare i fratelli, della nostra Chiesa locale, che sono in missione all’estero e testimoniano con tutta la loro vita ed in prima persona l’amore di Dio.

Non dimentichiamo nella preghiera i cristiani in varie parti del mondo, a cui è negato il diritto di professare apertamente la propria fede, testimoni coraggiosi, più numerosi dei martiri nei primi secoli, che sopportano con perseveranza varie forme di persecuzione, rischiando la vita per rimanere fedeli al Vangelo di Cristo.

Maria, Regina degli Apostoli, sia sempre con noi in questo impegno affascinante di portare il suo figlio Gesù a tutti.

 +Luigi Moretti

 

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