Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza
|Oggi, si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza indetta dalle Nazioni Unite per festeggiare il ventennale della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia (20 novembre 1989). Ratificando la Convenzione, gli Stati si impegnano a rispettare e a proteggere i bambini come persone che hanno diritto a un’esistenza dignitosa. Purtroppo la strada per garantire tale diritto è ancora lunga.
Nei Paesi in via di sviluppo 200 milioni di bambini sotto i 5 anni rischiano la vita a causa della malnutrizione, secondo i dati UNICEF, mentre il Vertice mondiale della Fao sulla Sicurezza Alimentare appena concluso avverte che la fame nel mondo è a livelli record: colpisce più di 1 miliardo di persone e i prezzi dei prodotti alimentari nei paesi poveri rimangono ancora ostinatamente alti, nonostante il 2009 abbia segnato una buona produzione cerealicola mondiale.
Il panorama generale descrive una situazione drammatica: nei paesi in via di sviluppo un bambino su quattro è malnutrito; oltre 72 milioni non vanno a scuola e il 54% di questi sono bambine; ogni anno, nel mondo, muoiono 9 milioni di bambini con meno di 5 anni di età per cause prevenibili e curabili, di cui quasi 2 milioni lo stesso giorno della nascita, mentre ogni giorno oltre 4 mila minori di cinque anni muoiono per mancanza di acqua potabile. Inoltre nel mondo ci sono più di 15 milioni di orfani a causa dell’Aids; la maggior parte dei morti di malaria sono bimbi subsahariani con meno di cinque anni di età; due milioni di bambini sono coinvolti in reti di prostituzione infantile; oltre 215 milioni trascorrono l’infanzia lavorando.
Di recente il Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, Sua Ecc. Mons. Zygmunt Zimowski, intervenuto ad una tavola rotonda sulla situazione attuale della salute dei bambini nel mondo, ha presentato alcuni dati statistici in cui emergono malattie e disabilità, violenze ed abusi sessuali, lavoro minorile, inquinamento ambientale, matrimoni precoci, prostituzione minorile, mutilazioni dei genitali femminili, ecc. “La Chiesa si è fin dall’inizio prodigata nell’accogliere e prendersi cura dell’infanzia in adempimento alla parola del Signore – ha detto nel suo intervento Mons. Zimowski -. Perciò, l’opera di accoglienza e cura dei bambini da parte della Chiesa può considerarsi una dimensione integrante della sua missione, che ha rivestito svariate forme lungo la storia. Al riguardo, è molto suggestivo e interessante vedere quanto moltissimi santi si siano distinti, a partire dal periodo rinascimentale, nella ricerca di vie nuove per servire meglio il Signore nei più deboli ed abbandonati degli esseri umani, creando scuole e/o ospedali pediatrici”.
Dai dati risulta che il 28% della popolazione mondiale è costituita da bambini di età inferiore a 15 anni, ma inegualmente ripartiti per continente (Europa: 18%; Africa: 43%). Il 20% dei 130 milioni di nati sono morti alla nascita, con una disparità per continente e per regione all’interno degli stessi continenti: Americhe: 7%; Africa: 29%; Asia sud-orientale: 31%. Inoltre il 16% dei neonati ha un peso basso alla nascita (< 2500gr); la percentuale delle nascite assistite registra il 96% in Europa e il 44% in Africa. Ogni anno circa mezzo milione di donne (400% di nati vivi) muoiono di parto o per motivi collegati. Il che mette a forte rischio il neonato nei paesi poveri.
Il 99% delle morti prima dei cinque anni avviene nei paesi cosiddetti in via di sviluppo: Africa subsahariana: 4,5mln, ossia 50% del totale; Sud-est asiatico: 3mln. Alcune malattie infettive prevenibili e curabili provocano il 50% delle morti di bambini di età inferiore a 5 anni: polmonite il 17%, diarrea post-neonatale il16%, malaria il 7%, morbillo il 4%, HIV/AIDS il 2%, cause neonatali il 37% di cui nascita pretermine il 28%, infezioni neonatali il 26%, asfissia alla nascita il 23%.
“L’approccio della Chiesa alla questione in causa si è dimostrato più coerente e rispettoso della dignità della persona umana in tutte le sue dimensioni” ha concluso il Presidente del Pontificio Consiglio per la Salute.
Fonte: Agenzia Fides.