Don Antonio Romano: missionario "Fidei Donum"
|Domani, mercoledì 30 settembre 2009 alle ore 19.00 presso la Cattedrale Primaziale di Salerno, S.E.R. Monsignor Gerardo Pierro presiederà una solenne celebrazione Eucaristica durante la quale consegnerà il Crocifisso delle Missioni al Rev.do sac. Antonio Romano, già parroco di Caprecano e Fusara e Ass. dell’Azione Cattolica dei ragazzi, in partenza come Sacerdote "Fidei Donum" per la Repubblica Democratica del Congo.
Di seguito vi riproponiamo un’intervista rilasciata da don Antonio Romano al nostro giornale "Incontro", l’anno scorso, prima della sua partenza per la Francia, dove fu inviato per apprendere la lingua francese, per ottemperare al meglio il suo nuovo ruolo di sacerdote "Fidei Donum" inviato dalla Chiesa di Salerno, Campagna, Acerno.
È un sogno che finalmente si sta realizzando. Già in seminario facevo parte del gruppo di animazione missionaria ed ho sempre avuto ammirazione per i missionari. Otto anni fa, quando ero ancora diacono, chiesi al nostro arcivescovo se potevo partire, mi rispose: “anche noi abbiamo qui le nostre terre di missione”. Per me quelle parole erano come un segno della volontà di Dio. Nel 2007 sono andato in Bangladesh con padre Giovanni Gargano (missionario saveriano) e lì ho capito quanto era forte il desiderio di andare in missione. Mi ha pure aiutato l’amicizia che in questi anni si è intensificata con i padri saveriani di Salerno e in precedenza l’esempio di don Marcello Mazzeo, un santo sacerdote morto ancora giovane, che aveva una forte spiritualità missionaria. Il giorno 11 febbraio sono stato in pellegrinaggio a Lourdes ed ho chiesto alla Madonna che mi facesse capire la volontà di Suo Figlio su di me. Quando sono tornato ho chiesto di nuovo all’arcivescovo di partire e con gioia ha accolto la mia richiesta.
Perché con i padri saveriani?
Perché sono i missionari che conosco meglio. Io parto come sacerdote “fidei donum” ossia come sacerdote della diocesi. I padri saveriani sono stati contenti di accogliermi come un loro associato ma io sono un sacerdote mandato dalla diocesi di Salerno.
Sei l’unico sacerdote “fidei donum” della diocesi?
Attualmente sì, nella nostra diocesi sono il secondo dopo don Alfonso De Caro di Lancusi.
Cosa farai in missione?
Quello che i padri saveriani mi chiederanno. Mi affido loro perché sono consapevole della mia inesperienza. Ad agosto sono già stato in Congo. C’è tanto da fare… quando sarò lì farò quello che mi chiederanno.
Qual è il ricordo più bello che porterai con te della tua parrocchia e quale messaggio vorresti lasciare ai tuoi fedeli?
Quando sono arrivato avevo solo 24 anni e come parroco mi sentivo inadeguato a causa della mia inesperienza pastorale però poi gradualmente l’amore tra me e la gente della mia parrocchia è cresciuto. I miei parrocchiani mi hanno aiutato: abbiamo pregato e lavorato tanto per le missioni,abbiamo invitato i padri saveriani in chiesa e tutta la comunità si è aperta alla dimensione missionaria. Il messaggio che lascio ai miei fedeli è: credeteci, continuate a crederci. Alla notizia della partenza alcuni mi hanno detto: “ci hai tradito”. Io non ho tradito nessuno perché non ho tradito il Signore che mi chiama ad andare. Io non parto solo ma con i miei parrocchiani perché insieme abbiamo maturato questa scelta. Mi sono stati sempre vicini. In fondo partono con me!
Caro don Antonio ti seguiremo con la preghiera, dacci tue notizie così da comunicarle a chi legge questo giornale…
Buon viaggio!
(intervista tratta dal periodico "Incontro" dell’ottobre 2008 a firma di Mirella Giannattasio)
Un calorosissimo applauso ha concluso la celebrazione eucaristica durante la quale il nostro Arcivescovo ha consegnato a don Antonio il crocifisso, segno di invio missionario. Caro don Antonio, chi ti ha conosciuto sicuramente continuerà non solo ad applaudirti con il cuore ma sopratutto a pregare per te e per la tua missione.