Diaconi Salerno: la liturgia…

Don Giuseppe Greco, delegato episcopale per il diaconato permanente, giovedì 16 aprile us, ha tenuto il terzo incontro di formazione liturgica per accoliti, lettori ed aspiranti diaconi della diocesi di Salerno-Campagna-Acerno. 
Il tema della serata è stato: "Come l’infinito eterno ci parla nel tempo e nello spazio".  
 
L’incontro ha portato a riflettere, i presenti, sulla presenza "reale" del nostro Dio nell’azione liturgica e soprattutto la Sua presenza "intorno" all’altare nella mensa Eucaristica.  "Il mistero dell’Incarnazione diventa il punto fermo per sviluppare tutto il nostro essere […] Lui entra rispettoso, silenzioso, delicato ma allo stesso tempo, il suo, è un entrare  dirompente, perché il suo venire nel nostro tempo e nel nostro spazio diventa una scelta da compiere ricca di incognite.  Da una parte amara perché per seguirlo bisogna spogliarsi di tutte le false bellezze di cui ognuno ama circondarsi, dall’altra dolcissima perché vuole  farci divenire Sua immagine".
Ancora don Giuseppe: "Dio poi ci propone e ci fa conoscere il suo Figlio, Gesù, il Verbo.  Gesù va ascoltato per intero, sia il verbale che il non verbale, accolto, emulato e seguito.  Durante la liturgia la parola diventa vita e così vediamo anche la gestualità di Gesù.  Quindi accogliamo tutta la Sua persona.  La corporeità di Gesù, è un aspetto che bisogna recuperare.  Se noi seguiamo questo pensiero anche la liturgia, tutto lo spazio e il tempo della stessa, gli appartiene e come tale deve essere riempito, impreziosito e reso ad immagine del Cristo.  La –Consacrazione– è tracciare un perimetro entro il quale si dice: -questo è tempo e spazio di Dio-. […] E’ Lui che ha detto: il settimo giorno è Mio!  […] La chiesa, appartiene a Lui e non ad altri.  Anche noi siamo perimetro di Dio, con il rito del Battesimo, e poi della Cresima".
Don Giuseppe Greco, ritorna poi sulla liturgia: "Tutti i gesti della liturgia vanno fatti con la consapevolezza di farli per Gesù.  La fisicità data dai gesti diventa fondamentale.  Noi dobbiamo vedere in questa fisicità storica, Dio e il Suo Figlio.
[…] Carissimi, per concludere, il nostro ministero è valido se facciamo cogliere all’assemblea il mistero liturgico che va oltre il confine della realtà che si sta vivendo,  che vediamo ed udiamo.  Solo così, la  liturgia diventa funzione fondamentale per la nostra vita, da portarsi dentro anche quando una volta finita la Messa, usciamo all’esterno per testimoniare".
 
 
 
 
 
 

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