Deficit, «Italia al ribasso». La Ue: Pil -1,8% nel 2013
|Il Pil italiano registrerà una contrazione dell’1,8% quest’anno per poi crescere dello 0,7% nel 2014 e dell’1,2% nel 2015. È quanto si legge nelle previsioni d’autunno della Commissione Ue, che dunque confermano per l’anno prossimo il dato Istat . Il Belpaese, scrive Bruxelles, passa “dalla recessione a una debole ripresa trainatata dall’export”. Nelle previsioni economiche di primavera diffuse il 3 maggio scorso, la Commissione aveva previsto una contrazione del Pil dell’1,3% nel 2013, mentre per il 2014 si prevedeva un +0,7%.
“Nonostante condizioni del credito persistentemente rigide – scrive Bruxelles – la domanda interna continua ad agire come principale ostacolo alla crescita” comportando una contrazione dell’attività economica dell’1,8% nel 2013, dopo il -2,5% del 2012. “La revisione al ribasso della previsione sul pil rispetto al -1,3% della scorsa primavera è motivata principalmente da investimenti significativamente bassi, un ambiente esterno meno dinamico e un più forte apprezzamento dei tassi di cambio”. Per la Commissione Ue “gli indicatori disponibili suggeriscono che la recessione potrebbe essere vicina a toccare il fondo. La produzione industriale è scesa a luglio e agosto, indicando un’ulteriore moderata contrazione nel terzo trimestre. Tuttavia, la migliorata fiducia delle imprese a a partire dall’inizio dell’estate, trainata soprattutto da una valutazione positiva degli ordinativi per le esportazioni, predice una graduale e debole ripresa della produzione nel quarto trimestre del 2013”.
Sul fronte delle banche nel 2014 “continueranno gli aggiustamenti anche nella cornice dei nuovi stress test da realizzare nell’ambito del lancio del Meccanismo Unico di supervisione. Inoltre le condizioni del credito è previsto che si allenteranno solo gradualmente, mentre la liquidità alle imprese è sostenuta dai pagamenti degli arretrati” da parte della Pa. Sulla scia di un’accelerazione della domanda esterna, soprattutto da partner commerciali extra-Ue, spingerà le esportazioni, rileva ancora Bruxelles. Questo contribuirà a riportare l’economia ad una “debole espansione con il pil che dovrebbe crescere dello 0,7% nel 2014”. Inoltre, “l’attuale frammentazione finanziaria della zona euro dovrebbe diminuire, implicando condizioni di credito più favorevoli per famiglie e imprese e una ripresa più forte nel 2015 a +1,2%”. Questo, sottolinea l’esecutivo Ue, “non include i benefici della piena attuazione delle riforme strutturali,perchè potrebbero richiedere più tempo per materializzarsi”. Infine, l’attesa accelerazione della domanda interna inverte l’andamento negativo dell’import segnato nel 2012-13, portado ad una stabilizzazione del surplus delle partite correnti intorno all’1% del Pil.