Crocifisso: comunicato stampa CEI

ITALY CRUCIFIX“La decisione della Corte di Strasburgo suscita amarezza e non poche perplessità”. Così la Conferenza episcopale italiana commenta la sentenza con cui la Corte dei Diritti dell’uomo di Strasburgo ha definito la presenza dei Crocefissi nelle aule scolastiche una violazione del diritto dei genitori di “educare i figli secondo le loro convinzioni” e una violazione della “libertà di religione degli alunni”. Il caso deriva dal ricorso di una donna italo-finlandese che si è appellata all’Europa dopo che i tribunali italiani avevano respinto la richiesta di rimuovere il Crocifisso dalla scuola dei figli. La sentenza prevede un risarcimento di cinquemila euro per danni morali dal governo italiano, che annuncia il ricorso.

Di seguito il comunicato stampa della CEI:
La decisione della Corte di Strasburgo suscita amarezza e non poche perplessità. Fatto salvo il necessario approfondimento delle motivazioni, in base a una prima lettura, sembra possibile rilevare il sopravvento di una visione parziale e ideologica. Risulta ignorato o trascurato il molteplice significato del crocifisso, che non è solo simbolo religioso ma anche segno culturale. Non si tiene conto del fatto che, in realtà, nell’esperienza italiana l’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici è in linea con il riconoscimento dei principi del cattolicesimo come “parte del patrimonio storico del popolo italiano”, ribadito dal Concordato del 1984.

In tal modo, si rischia di separare artificiosamente l’identità nazionale dalle sue matrici spirituali e culturali, mentre “non è certo espressione di laicità, ma sua degenerazione in laicismo, l’ostilità a ogni forma di rilevanza politica e culturale della religione; alla presenza, in particolare, di ogni simbolo religioso nelle istituzioni pubbliche. … ” (Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al 56° Convegno nazionale dei Giuristi cattolici italiani, in Iustitia, 1/2007, pp. 6-7).

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