Chiudete gli occhi… aprite il cuore…vi aspettiamo per rivivere un sogno!
|Quando il passato si lega al presente per divenire futuro, nasce l’evento…
…percorsi gastronomici dal 1400 ad oggi…
…vogliamo raccontarvi una storia che dura da secoli nel cuore dei nostri ricordi e che abbiamo reso visibile per farvi capire i legami di una terra con la “sua” regina e con il proprio passato.
Il 3-4 e il 6-7 agosto ad Acquamela di Baronissi (SA), vi aspettiamo per fare insieme un salto nel passato dal 1400 ad oggi.
Il piatto dela regina: la leggenda che don Antonio ci racconta ancora oggi, con immutato ardore, fa risalire questo piatto alla venuta della regina Margherita, quando sulle tavole dei nostri avi si trovavano solo i prodotti della nostra terra. La leggenda narra di sere d’agosto, dei profumi del fiume, dell’odore del grano, quando dal ritorno dalla campagna, alla luce del fuoco nuovo, il popolo si riuniva per fare comunità e vivere un sogno.
Il piatto del popolo: la nascita anche qui è avvolta dalla leggenda, donna Titina, tra un sospiro e l’altro, si ricorda, quando la mamma, vicino al camino, nelle notti d’inverno gli raccontava di dame, cavalieri e popolani che per una volta l’anno si riunivano tutti insieme, abbattendo le caste, per dar vita alla festa della regina. Quei visi, per donna Titina, apparivano come ombre dal ceppo acceso e disegnavano vicino ai muri ombre fantastiche.
Arista di maiale con le mele: Acquamelorum ovvero Acquamela, dove il fiume Irno segnava il confine tra i monti ed il mare, tra il cielo e la terra, e dove la regina Margherita il 6 agosto 1412* esalò l’ultimo respiro avvolta nel suo saio bianco. Un piatto, come ci spiega ancora oggi, don Emilio, che richiama la coltivazione della mela annurca, grande vanto della nostra terra.
“Pertanto credo che Acquamela, Aqua de la mela, voglia significare: acqua mielata, soave, dolce; senza tralasciare che malorum potrebbe sottendere il latino infirmorum come a dire acqua per gli infermi“**
*Giovanni Salvatore, Acquamela (Un borgo Antico), ed. Gutemberg, 1996, pag.20
**Ivi, pag 24