Catechesi d'Avvento: la "liturgia"? Gesù…
"La parola liturgia, deriva dal greco, come il 30% delle nostre parole in uso comune. Significa nella sua etimologia, azione pubblica, azione in favore del popolo, in chiesa è un’azione sacra dove il popolo partecipa, da questo possiamo dedurre che una celebrazione Eucaristica non potrà mai essere personale", L’inizio della catechesi prende corpo, partendo dalla storia, per spiegare alla platea, che il fondamento di tutte le cose è ben ancorato nel tempo, e che la tradizione ha tramandato fino a noi gesti antichissimi, ma sempre nuovi perchè rinnovati dall’amore del Dio Uno e Trino.
"Gesù, come ci dice spesso san Paolo, ha abbattuto i muri di separazione, siamo tutti creature di Dio, le differenze non dovrebbero appartenere a noi, gli atteggiamenti di chiusura verso altri fratelli non dovrebbero entrare nel nostro dna, (ripete ancora don Antonio)".
Uno studioso di filosofia, come il nostro relatore, non poteva non fare un riferimento al tempo e allo spazio, per spiegare la travalicazione di Gesù Cristo nel tempo. Prendendo spunto dal Vangelo di Marco, dal miracolo dell’emorroissa (Mc 5, 25-34), il nostro don Antonio si ferma su una frase di Gesù, "chi mi ha toccato?" […] "avvertita la potenza che era uscita da Lui, si voltò". Come può, oggi, quella stessa potenza uscire da Gesù e arrivare fino a noi? Se il tempo e lo spazio consumano l’uomo, conducendolo alla morte, come può un uomo rimanere con la sua potenza nella storia stessa? Gesù (vero Dio e vero uomo) con la sua morte e resurrezione ha vinto il dualismo tra spazio-tempo ed eternità. Gesù, vincendo la legge del tempo e dello spazio è sempre presente per tutti. In modo speciale e particolare nella Liturgia. Nel modo come Egli incontrava i discepoli 2000 anni fa, oggi incontra noi nella "Mensa": nello spezzare il pane, riconoscendo i peccati. La liturgia porta nel tempo di oggi, l’azione di Gesù. La nostra unica preoccupazione, dovrebbe essere quella di partecipare coscientemente al miracolo che si rinnova, ogni volta nella "Messa". La campana che suona la domenica diventa un invito, se noi non accettiamo l’invito, vuol dire che non vogliamo avere a che fare nulla con Dio, il no alla Messa domenicale, diventa un peccato grave perchè si rifiuta la presenza di Dio e la presenza quindi dei sacramenti. Gli stessi Sacramenti che iniziano la nostra vita (il Battesimo) e la chiudono (Viatico), per farci rinascere a vita nuova nel mondo celeste.
Il Dio "terribile" del tempo passato si è fatto Bambino, diventanto più amabile, per venire incontro all’uomo di sempre.
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Sento la necessità del cuore di ringraziare tutti i partecipanti all catechesi tenuta dal carissimo don Antonio Sorrentino e particolarmente il gruppo “Fedeli di san Domenico” per avere espresso con la succulenta cena l’ospitalità agli amici sacerdoti. Veramente grazie di cuore per il generoso impegno profuso su tutti i fronti. Intanto, vi rivordo gli altri due appuntamenti: 10 dicembre: catechesi; 14 dicembre: ritiro dai padri saveriani con partenza alle ore 9,00 da san Domenico. Grazie ancora. dN