Catechesi comunitaria di quaresima: la "Catechetica"…

Don Giuseppe Morante (s.d.b.) nato  il 28 ottobre 1936 ordinato presbitero il 19 marzo 1964, studioso e docente di catechetica sarà il relatore d’eccezione per le due catechesi di quaresima che si svolgeranno nella nostra comunità il 9 e 16 marzo 2009 alle 19.30 presso il centro pastorale san Domenico in Acquamela di Baronissi.  Vogliamo anche ricordare in questa occasione che il ritiro comunitario si terrà il 22 marzo quarta domenica di quaresima "laetare" presso i saveriani di Salerno.
Autore di numerosi libri è tra i referenti nazionali più insigni per tale scienza.  Per presentarvi al meglio l’illustre  relatore vi riportiamo di seguito un’intervista rilasciata da don Giuseppe Morante a Giovanni Godio ("Catechisti del terzo millennio, www.elledici.it), per la presentazione di una delle sue tante pubblicazioni: "catechisti e catechesi all’inizio del terzo millennio".

«Per una buona parte dei nostri battezzati bisogna parlare non tanto di catechesi ma di un nuovo annuncio per ridestare la fede. Cioè, si deve passare dalla catechesi in senso stretto all’evangelizzazione, avviando più decisamente nuove esperienze di catecumenato per l’iniziazione cristiana degli adulti, giovani e ragazzi». È la strada che indica Giuseppe Morante alla luce dei risultati della quarta ricerca su Catechisti e catechesi all’inizio del terzo millennio, la radiografia della catechesi in Italia appena pubblicata dalla Elledici. […] C’è forse anche qualche problema in più?
Tre sembrano essere i problemi emergenti:
– negli ultimi 10 anni, con i catechismi rinnovati nella dimensione dell’Iniziazione cristiana e con le indicazioni del magistero della Chiesa per i tempi nuovi, la realtà è abbastanza deludente. Il cambiamento non si è verificato, se non in minima parte. È vero che ci sono catechisti più stabili e di più provata buona volontà, ma la loro formazione non è stata sostenuta di pari passo;
– è carente nei catechisti una vera «competenza educativa», intesa come accompagnamento di esperienze di fede da parte degli adulti (pastori, catechisti e genitori dei ragazzi) e una «capacità comunicativa» dell’annuncio di fede alle giovani generazioni, in un nuovo contesto dominato dalla cultura superficiale del mondo della comunicazione di massa;
– il problema più importante appare soprattutto quello delle strutture catechistiche parrocchiali, che non sono abbastanza disponibili a modificare il loro modo di essere tradizionale in comunità a dimensione missionaria, come ci si sarebbe dovuto aspettare, in una situazione di cambio che presenta un offuscamento generale o addirittura la perdita del senso della fede.

Chi è il catechista all’inizio del 21° secolo?
Per l’85% sono donne e per il 15% uomini, soggettivamente impegnati nel settore della catechesi ai fanciulli e ai ragazzi (complessivamente l’88%). Agiscono con coscienza e con dedizione personale, ma non sono abbastanza sostenuti da un buona preparazione e spesso, pur accorgendosi di lavorare a vuoto, continuano a farlo con sacrificio.

Parliamo di proposte concrete, che nel vostro rapporto di ricerca non mancano. Qual è il terreno su cui è più urgente lavorare?
La «benzina» da bruciare deve essere messa in un motore nuovo. La catechesi suppone il seme della fede, mentre per una buona parte dei nostri battezzati bisogna parlare di un nuovo annuncio.
1°. Si deve passare dalla catechesi in senso stretto all’evangelizzazione, avviando più decisamente nuove esperienze di catecumenato per adulti, per giovani e per ragazzi.
2°. Successivamente si devono dare risposte immediate alle tre urgenze che sono state sopra ricordate: piani organici di formazione dei catechisti, acquisizione di competenza educativa e comunicativa, adeguamento della struttura parrocchiale alle esigenze di una chiesa missionaria.3°. Poi, ma in contemporanea – senza smantellare necessariamente la struttura catechistica dei fanciulli e dei ragazzi – è necessario fare urgentemente appello agli adulti, e soprattutto ai genitori in prima persona, perché si coinvolgano con i figli nelle loro scelte di fede, in una specie di catechesi familiare, superando la tradizionale impostazione della catechesi «in vista della Prima Comunione e della Cresima».

L’ascolto delle due catechesi è aperto a tutti.

 

 

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