Auguri a tutti gli operatori della "comunicazione"

p015_1_02Vogliamo fare gli auguri a tutti coloro che danno vita all’universo dei mass-media, riportando parte di un’intervista effettuata con monsignor Raphael Higueras Alamo, postulatore della causa di beatificazione di Manuel Lozano Garrido, di Renzo Allegri.


Sarà il primo giornalista professionista ad essere elevato alla gloria degli altari. Si chiama Manuel Lozano Garrido, ma in Spagna, nell’Andalusia, dove è vissuto dal 1920 al 1971, era affettuosamente chiamato “Lolo”.
Il processo di beatificazione che lo riguarda è già concluso. Anche l’ultima 1 Lolo prima della malattiafase, quella sul miracolo ottenuto per sua intercessione. Ora manca solo che il Papa indichi la data della solenne proclamazione, e l’intervento di Benedetto XVI dovrebbe essere prossimo.
“Lolo non è ancor molto conosciuto al di fuori della sua patria, la Spagna”, dice monsignor Raphael Higueras Alamo, postulatore della causa di
beatificazione.  “Ma si tratta di una personalità veramente eccelsa: un grande santo e un santo moderno, impegnato nell’apostolato attraverso la carta stampata”.
4 Lolo ammalato. Visse in questo stato per 28 anniDi che cosa era ammalato? “Nel 1942, quando aveva 22 anni, venne colpito da una paralisi progressiva che lo costrinse su una sedia a rotelle. Fu paralitico per il resto della sua esistenza, cioè per oltre 28 anni, e negli ultimi nove, all’immobilità totale si aggiunse anche la cecità completa. Ma tutti questi malanni, che imprigionavano la sua autonomia fisica, non fermarono mai la sua attività di giornalista. Egli amava questa professione soprattutto perché gli permetteva di fare dell’apostolato. L’aveva scelta fin da giovane proprio per questo motivo. Aveva una fede cristiana vivissima, maturata in famiglia e poi nel movimento dell’Azione Cattolica, al quale si era iscritto a 11 anni. E sentiva con urgenza il dovere di trasmettere la sua fede agli altri. Era apostolo con la parola per tutti coloro che lo avvicinavano e con la penna per quelli che leggevano i suoi scritti”.
“Che giudizio si può dare, a distanza di anni, della sua attività giornalistica”?
“Lolo fu un giornalista vero e a tempo pieno. Lavorava tutti i giorni e con impegno indefesso.  I  suoi articoli erano destinati a giornali e settimanali cattolici. Quando la malattia lo aveva totalmente paralizzato e reso anche cieco, fu la sorella Lucia ad aiutarlo, trascrivendo ciò che dettava al magnetofono. I suoi articoli e i suoi libri erano molto letti. Vinse diversi premi letterari e alcuni molto prestigiosi”.
Qual è la caratterista della santità di Lolo?
6 Monsignor Raphael Higueras, amico di Lolo e postulatore della sua causa di beatificazione“La sua fede religiosa, vissuta con coerenza e entusiasmo. E soprattutto la sofferenza, sopportata per amore di Gesù, come missione della sua esistenza.  Una sofferenza che lo ha martirizzato per 28 anni. “Lolo aveva una visione profonda a chiara della dottrina del “Corpo mistico di Cristo”. Sapeva che ciascuno di noi vive di Cristo, il quale continua in ciascuno di noi la sua passione, la sua morte e la sua risurrezione. Sapeva che le sue sofferenze, vissute nella fede, sarebbero servite a salvare molti fratelli, come le sofferenze di Cristo. Ecco perché le sopportò sempre con il sorriso sulle labbra. Anzi, fondò anche una sua opera meravigliosa, legata alle sofferenze di ammalati invalidi. Si chiama “Sinai” ed ha lo scopo di sostenere, con preghiere e sofferenze, i mass media. E’ un movimento costituito da gruppi di preghiera, ognuno formato da 12 infermi e un monastero di clausura, che “adotta” spiritualmente, e a insaputa degli interessati, i giornalisti che lavorano in un giornale o un gruppo editoriale perchè la loro opera sia a vantaggio della Verità e del Bene supremo delle persone. Questo movimento, per il quale Lolo pubblicava anche una rivista con lo stesso nome, arrivò ad avere 300 infermi incurabili, con 25 monasteri, impegnati in questa singolare missione”.
Per la beatificazione occorre un miracolo che viene attribuito all’intercessione del candidato alla santità. C’è questo miracolo per Lolo ?
5 Primo piano di Lolo ammalato“C’è ed è già stato esaminato dalla commissione medica e da quella teologica. I medici hanno concluso che si tratta di una guarigione scientificamente inspiegabile e i teologi lo hanno dichiatato autentico miracolo. Questa  guarigione riguarda una persona che ha oggi 38 anni e si chiama Rogelio. Nel  1974, quando non aveva ancora due anni, il piccolo Rogelio venne colpito da  appendicite e peritonite. Fu operato, ma la situazione si complicò, fu operato  di nuovo e i medici dovettero estrargli una parte di peritoneo e  dell’intestino, ma non servì. Le fine era imminente. I medici dissero che non  potevano più fare niente. Qualcuno suggerì di invocare l’aiuto di Lolo che era  morto da un anno. Sul corpo del bambino venne messo il crocefisso che Lolo  aveva sempre tenuto con sé e il bambino guarì: in pochissimi giorni era di  nuovo visto a casa. Oggi è un uomo sano e robusto, e fa l’arbitro di tennis”.
Nella prima foto: Giotto, Natività, Padova, Cappella degli Scrovegni
Nella seconda foto:Lolo nel 1943, all’inizio della malattia che lo avrebbe paralizzato per 28
Nella terza foto:Lolo nel pieno della malattia che lo rese paralitico per 28 anni e gli ultimi nove anche totalmente cieco.
Nella quarta foto:Monsignor Raphael Higueras, che in questa intervista ha raccontato la storia di Lolo. Monsignor Higueras fu amico di Lolo che morì tra le sue braccia, ed è stato poi il postulatore della sua causa di beatificazione.
Nella quinta foto: Un primo piano del volto sofferente di Lolo, sul quale però non venne mai meno il sorriso
anni.

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