Ad un anno dalla morte di Chiara Lubich
|“Occorre, per essere cristiani, amare questo prossimo ora. Quindi non un amore platonico, non un amore ideale: amore fattivo”. Questa frase racchiude significativamente la spiritualità della fondatrice del Movimento dei Focolarini, Chiara Lubich, morta un anno fa. La Lubich è stata una delle figure più rappresentative del dialogo interreligioso e interculturale. Grande amica di Giovanni Paolo II e anche dell’attuale Papa, Benedetto XVI, ha avuto l’intuizione di fondare uno tra i movimenti più innovativi del mondo ecclesiastico, presente oggi in 87 nazioni con 780 comunità sparse in tutto il mondo: 140mila membri attivi e oltre 2 milioni di aderenti alla spiritualità del Movimento. Unità, pace e dialogo tra popoli e culture: questi i tre pilastri dei Focolarini.
Agli inizi degli anni ’40, Chiara Lubich, poco più che ventenne, insegnava tra i banchi delle elementari a Trento, sua città natale e si era iscritta alla facoltà di filosofia dell’università di Venezia, spinta dalla ricerca della verità, quando, proprio nel clima di odio e violenza della seconda guerra mondiale, sul crollo di ogni cosa, scopre Dio come l’unico Ideale che rimane. Dio scoperto come Amore, illuminerà e trasformerà la sua esistenza e quella di tanti, mostrandole lo scopo della sua vita: concorrere ad attuare le parole del testamento di Gesù "Che tutti siano uno". Da questa ispirazione nascerà il Movimento dei Focolarini che si situa in quel fenomeno di fioritura dei Movimenti ecclesiali che il Papa ha definito: "risposta suscitata dallo Spirito Santo a questa drammatica sfida di fine millennio".
Per realizzare il progetto dell’unità, nel tempo sono state aperte 4 grandi vie di dialogo: nel mondo cattolico, con singoli, gruppi, Movimenti e associazioni, per contribuire a rafforzare l’unità; con cristiani di diverse Chiese per concorrere alla piena comunione; con credenti di varie religioni e persone di convinzioni diverse, per avviarci a quella fratellanza universale a cui tutti tendiamo. Varie tappe segnano questo cammino: nel 1981 fu la prima donna cristiana ad esporre la propria testimonianza in un tempio a Tokyo di fronte a 10.000 buddisti, e nel 1997 in Thailandia a monache e monaci buddisti. Qualche mese dopo, nella storica Moschea `Malcolm X` di Harlem a New York, parlò di fronte a 3.000 musulmani afro-americani ed in Argentina alla comunità ebraica di Buenos Aires. Nel 2001 infine, va in India: si apre una nuova pagina nel dialogo del Movimento con il mondo indù. La pacifica rivoluzione evangelica che ha il via da Trento suscita l`interesse anche di persone senza una fede religiosa. Con il mondo laico si svilupperà un dialogo sulla base dei grandi valori umani come solidarietà, fraternità, giustizia, pace e unità tra singoli, gruppi e popoli.
Via via si sono sviluppate varie concretizzazioni di questa spiritualità dell’unità: nel campo della cultura, la scuola Abbà per l’elaborazione di una cultura rinnovata; in quello dell’economia, il progetto per una Economia di comunione, prospettando una nuova teoria e prassi economica basata anche su una diversa distribuzione degli utili (un terzo per lo sviluppo dell’azienda, un terzo ai poveri, un terzo alla formazione dei membri del movimento), in cui sono impegnate oltre 700 aziende; cittadelle di testimonianza, opere sociali, case editrici e riviste.
L’opera di unità, di pace e dialogo tra popoli religioni e culture promossa da Chiara Lubich viene riconosciuta pubblicamente da parte di organismi internazionali, culturali e religiosi: dal Premio Templeton per il progresso della religione (1977), al Premio Unesco ’96 per l’Educazione alla pace, a quello per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa (1998), dalle lauree h.c., conferitele da Università di diversi Paesi, alle cittadinanze onorarie. E ancora riconoscimenti da parte di grandi religioni e di capi di diverse Chiese.