Craig Ewert, suicidio in tv: "sto morendo"…
|"l’uomo è chiamato a una pienezza di vita che va ben oltre le dimensioni della sua esistenza terrena, poichè consiste nella partecipazione alla vita stessa di Dio" (Evangelium Vitae,2)
A Londra ieri sera l‘emittente Sky News nel programma "Real Lives" ha trasmesso il suicidio assisto di Craig Ewert, un cinquantanovenne malato di sclerosi laterale amiotrofica che si è fatto riprendere dalle telecamere mentre si toglieva la vita in una clinica svizzera. "Il diritto di morire, Il turista suicida", è il titolo del documentario, ogni altro commento ci sembra superfluo. Ci piace farvi notare che mentre in primo piano c’è la "persona" morente, i sottotitoli riportano le quotazioni della borsa azionaria. Cosa ne pensate?
4 Comments
Quando vedo queste cose, ho paura di ammalarmi e quindi non poter reagire e lottare per la vita, LA MIA VITA!!!!!!!
ciao a tutti.caro Enzo,è terribile,come dici tu vedere un dramma del genere con le quotazioni di borsa che scorrono sullo schermo.la materialità,il consumismo,l'”apparire” per forza di questa umanità portano ad un cinismo incredibile.svilisce ogni sentimento,annienta il Sacrificio di Cristo.sempre più l’uomo si vuol sostituire a Dio,vuole stare un passo davanti a Lui anche nella morte.tutto fa spettacolo e audience,dalle ragazze che si espongono in abiti succinti,le risse,politiche e non,l’esposizione dell’intimità,il linguaggio troppo sopra le righe,pubblicità occulta…fino alla morte in diretta.è come tutti gridassero “ehi,ci sono anch’io!”,un disperato tentativo di “essere” nella storia.ma c’è una notevole differenza dall'”essere” uomini e il “fare” gli uomini.manca la dignità,l’umiltà di riconoscerci Figli di un Dio che nulla chiede per se,(Lui non ha bisogno di niente,solo del nostro amore),che niente possiamo e abbiamo senza di Lui.pensare di poter decidere della nostra vita come della nostra morte è “essere” uomini.personalmente ho visto un’amico 35enne,malato terminale,spostare le lenzuola e fare il tentativo di scendere dal letto e dire”non voglio morire”.pesava 35 kili ormai,aveva un bimbodi 5 anni.supplicava il Signore di poter crescere suo figlio.ma poi,un attimo prima di chiudere gli occhi per sempre disse a Lui”sia fatta la tua volontà”con la mano stretta forte alla mano di sua moglie.era attaccato alla vita!!ecco,per me,il mio amico ha “fatto” l’uomo.ha riconosciuto la Maestà del Signore.
A volte, cara Patrizia, il male è più vicino di quanto si crede. La differenza tra chi è in cammino e chi si è fermato (e non lo sa) o forse non è mai partito, è nel sapere come e quando accettare le prove della vita, e farlo consapevolmente, decidendo a volte anche di perdere (nel senso terreno) per poi vincere (nel senso celeste).
Putroppo, questo del diritto a morire, è un pensiero che sta prendendo sempre più piede nella società di oggi… Dovremmo invocare continuamente la Grazia di Dio, su di noi e sugli altri 🙁