Giornata mondiale dell'alimentazione: "Le cooperative agricole nutrono il mondo"
|Parola d’ordine, “primo non sprecare”. Con questo slogan si celebra oggi a Roma la Giornata mondiale dell’alimentazione 2012. Nella sede della Fao si svolgerà un incontro dal titolo “Le cooperative agricole nutrono il mondo”. Dalla lotta alla fame e alla malnutrizione nel mondo, agli ultimi dati sugli sprechi lungo la catena agroalimentare, alla sostenibilità, sicurezza e qualità del cibo. Saranno questi i temi affrontati a Roma, partendo dal presupposto che oggi il 12,5% della popolazione è denutrita, pari a 870 milioni di persone.
Scommessa fondamentale del futuro riguarda l’equilibrio tra produzione e consumi, in particolare sul fronte degli sprechi alimentari nel mondo che, secondo la Fao, sono pari ad un terzo del cibo prodotto, 1,3 miliardi di tonnellate l’anno, con un quantità pro capite in Europa e Nord-America di 95-115 kg/anno, mentre in Africa sub-sahariana e nel Sud/Sud-Est asiatico è di soli 6-11 kg/anno.
ONU: ELIMINARE LA FAME NELL’ARCO DI QUESTA GENERAZIONE
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha rinnovato il suo appello alla lotta contro la fame in un video-intervento trasmesso durante la sessione d’apertura del Commissione sulla Sicurezza Alimentare Mondiale (Cfs), alla vigilia delle cerimonie alla Fao per la Giornata mondiale dell’Alimentazione. “Voi siete alla base del prossimo grande traguardo da raggiungere – ha detto Ban ai membri del Comitato, organo inter-governativo formato da rappresentanti di società civile, settore privato, organizzazioni internazionali e regionali che si occupano di sicurezza alimentare – ovvero eliminare la fame nel mondo nell’arco di questa generazione”.
LA MARCIA DI “MANI TESE”
Si chiude domani a Milano la Marcia mondiale per la sovranità alimentare, organizzata dalla onlus Mani Tese per “sensibilizzare e rendere attivo l’impegno della collettività a favore della promozione del diritto al cibo buono, democratico e sostenibile” e per sostenere i progetti e l’impegno dell’associazione che da 48 anni combatte la fame e contrasta gli squilibri tra Nord e Sud del pianeta.
Nel mondo, sottolinea Mani Tese, sono 925 milioni le persone che soffrono la fame: il 98% di loro vive nei Paesi in via di sviluppo e in particolare il 35% in Africa. Obiettivo dichiarato della Marcia è “garantire un’alimentazione di qualità, il rispetto dell’ambiente, la valorizzazione del lavoro contadino”. Sono dodici le città italiane – Roma, Napoli, Genova, Bologna, Firenze, Catania, Padova, Venezia, Mestre, Rimini, Finale Emilia, Verbania – che hanno ospitato finora iniziative ed eventi collegati, con incontri cittadini e studenti, dibattiti, pedalate solidali, animazione con artisti di strada, mercatini biologici e di prodotti a chilometro zero.
IN ITALIA 3,3 MILIONI DI POVERI
Gli italiani poveri che hanno chiesto un pacco alimentare o un pasto gratuito ai canali no profit che distribuiscono le eccedenze alimentari sono aumentati per effetto della crisi e hanno toccato quota 3,3 milioni. È quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Agea, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, nell’evidenziare una situazione allarmante anche sul territorio nazionale. Un allarme che si estende a tutti i Paesi ricchi dove negli ultimi 3 anni le persone che non hanno disponibilità di cibo sufficiente per alimentarsi correttamente sono aumentate del 7%, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Fao relativi al triennio 2010-2012 rispetto al triennio 2007-2009.
STOP AGLI SPRECHI
Nel 2011 il 3,2% della produzione agricola italiana è rimasta in campo, per complessive 15.128.702 tonnellate tra frutta e verdura. È uno dei dati contenuti nel “Libro nero dello Spreco: il cibo”, condotto da Last Minute presentato questa mattina in occasione della Giornata dell’alimentazione. In particolare per quanto riguarda la frutta su una produzione totale di 213.318.127 tonnellate il 3,77% rimane in campo, pari a 8.043.830 tnl; percentuale che sale per gli ortaggi a 5,5% (4.809.731). Due le ragioni dello spreco nei campi, spiega il rapporto: la non convenienza da parte dell’agricoltore nel raccogliere il prodotto in quanto i prezzi di mercato non sono remunerativi e i difetti commerciali, dalle pezzature troppo grosso o troppo piccole, ai danneggiamenti da eventi atmosferici.