Web Liturgia: che brutta la Liturgia fai da te…; preghiera di benedizione della mensa da parte del capofamiglia; “La famiglia in preghiera”

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi ai quesiti  di Pasquale e Giancarlo. 

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Pasquale chiede: Carissimo don Antonio, faccio parte del gruppo liturgico dell’unità pastorale lone-pastena- pogerola della costiera amalfitana, cerchiamo di rispettare le norme liturgiche che faticosamente cerchiamo di recepire da internet e soprattutto dal Messale. Volevo chiederLe perchè i vari presbiteri non rispettano le norme liturgiche oppure ognuno fa di testa sua. Chi deve intervenire poichè la maggior parte di noi fedeli non conosce le varie norme.

Don Antonio Sorrentino risponde: Purtroppo spesso capita di dover lamentare con Dante: “Le leggi ci sono, ma chi pone mano ad esse?”. Primo dovere di preti e fedeli laici dovrebbe essere quello della fedeltà alle norme liturgiche, perché come hanno concordemente e convintamente richiamato sia il Concilio sia i Papi, la liturgia non è proprietà privata manovrabile a proprio piacimento. La liturgia è dono che ci viene dall’alto e da lontano, dalla tradizione orante della Chiesa, arricchita di generazione in generazione. Va accolta e celebrata con fede e obbedienza. È presunzione inaccettabile credersi più saggi dei pastori della Chiesa che, in fedeltà alle leggi fondamentali della liturgia e avvalendosi della collaborazione di equipes di esperti, ci hanno dato un complesso di principi e norme che hanno un loro valore ena loro coerenza, e avventurarsi in modifiche, riduzioni e omissioni.

Stiamo al rito e non osiamo fare a testa nostra. Contro abusi di qualsiasi genere (con fughe in avanti o indietro) dovrebbero intervenire il Vescovo (che è il liturgo della diocesi) e l’Ufficio liturgico.

Giancarlo chiede:  Salve don Antonio, sono un ragazzo appassionato di liturgia e cerimoniere della mia parrocchia; avvicinandosi la Santa Pasqua mi sorge una domanda: le premesse del Benedizionale affermano che anche i laici possono celebrare alcune benedizioni, dove indicato, col consenso dell’ordinario.
Ora, le benedizioni della mensa e quelle pasquali dell’agnello e delle uova, dato il loro carattere familiare, sembra che non presuppongano una esplicita autorizzazione dell’ordinario del luogo, è così ? Chiunque può celebrare questo tipo di benedizioni ? Grazie.

Don Antonio Sorrentino risponde: La preghiera di benedizione della mensa da parte del capofamiglia è una preghiera che viene molto raccomandata. Il Benedizionale la prevede esplicitamente (nn. 1123-1158), dando anche dei formulari specifici per i vari tempi liturgici; al fine di ringraziare il Signore per ogni suo dono, per il cibo (anche le uova, l’agnello) e per l’amore che sostanzia i rapporti familiari. Se fosse presente un ministro sacro (prete o diacono, traccia anche un segno di benedizione). Anche il bel sussidio della CEI “La famiglia in preghiera” (1994) offre brevi e bei testi di preghiera, che è molto utile usare.

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