Salerno: Giornata Mondiale Comunicazioni Sociali. Le foto

Venerdì 18 maggio 2012, alle ore 18.00, presso il salone “A. Genovesi” della Camera di Commercio di Salerno, l’Arcivescovo di Salerno, S.E. monsignor Luigi Moretti,  ha incontrato i responsabili delle televisioni salernitane in occasione della XLVI giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali.

L’incontro, organizzato dall’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali, è stato incentrato sul messaggio di Benedetto XVI: “Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione”.

Presenti i giornalisti Franco Esposito (Telecolore Salerno), Mattia Carpinelli (Giornalista Rete 1 Salerno) e Andrea Siano (Caporedattore Cronaca LiraTv), moderati da Emilio Polverino (Direttore TeleDiocesi Salerno).  All’Arcivescovo Moretti le conclusioni.

“La radice della comunicazione è nel nostro essere persona, così esordisce nel suo intervento Monsignor Luigi Moretti,  […] la comunicazione è lo strumento che permette una vera relazione, nella reciprocità, fatta di un donare e di un accogliere […] è un rapporto per cui non si parla al vento, ma siamo chiamati ad individuare il soggetto al quale comunichiamo”. 

Ancora il nostro Arcivescovo: “Comunicare senza relazione non è comunicazione […]  l’elemento base del parlare è ascoltare  […] non possiamo rinunciare a essere protagonisti della storia.  Abbiamo bisogno di “protagonisti”, soggetti liberi e responsabili perché l’esperienza cristiana senza l’esperienza della libertà non esiste […] Rinunciare a vivere la pienezza della nostra libertà nella responsabilità significa rinunciare alla propria dignità”.

Nella parte finale del proprio intervento monsignor Moretti parla del silenzio: “Il silenzio, non significa stare zitto, ma accogliere il “seme che arriva”, vedere dove cade e che possibilità c’è di farlo germogliare. E’ riuscire ad entrare in un mondo che a volte ci sfugge, si tratta di riportare quell’equilibrio che permette la dimensione di crescita […]. 

Concludendo: “Quando onoriamo la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il Papa non ci da ricette, ma un forte stimolo a recuperare la consapevolezza di come noi dobbiamo costruire la storia […] se ognuno di noi ha coscienza di ciò che si ha e di dove si vuole arrivare, si mette il tassello per diventare tutti più ricchi e se questo tassello non lo mettiamo diventiamo non solo poveri ma aridi”.

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