Lettere alla redazione
Così come annunciato sulle pagine del giornale parrocchiale Incontro, pubblichiamo di seguito la versione integrale delle lettere pervenute. Iniziamo con una interessante e attuale discussione sulle problematiche ambientali propostaci dal prof. Matteo Ruggiero, ambientalista e membro di Legambiente – Valle dell’Irno.
Ringraziando ancora gli autori, auguriamo buona letture e auspichiamo una viva discussione.
Egregio Direttore,
confesso la mia poca propensione nel rendere di dominio pubblico problemi, di diversa natura, del territorio della “Valle dell’Irno”. Non ho potuto far almeno di rappresentare quanto scaturito dall’ultima conferenza di servizio a cui ho partecipato, circa tre mesi fa, al Comune di Fisciano.
In qualità di rappresentante della Legambiente ho seguito tutte e tre le conferenze di servizio riguardanti la realizzazione, in località Penta di Fisciano, di un Centro Commerciale. Considerata l’opposizione da noi assunta per l’insediamento dell’IKEA, in costruzione a poca distanza, mi era inconcepibile capire questa scelta. Di conseguenza, abbiamo cercato di giustificare la nostra contrarietà attraverso elementi inconfutabili, in occasione delle precedenti Conferenze dei Servizi e l’abbiamo ribadita in occasione dell’ultima. Intanto si assiste alla devastazione del fragile territorio ed ai guasti sociali, ambientali ed economici, i cui effetti tutti, nella nostra sfera pubblica e privata, subiamo. Mi sono convinto sempre di più che le scelte che si stanno attuando, in particolare da 15 anni, si adattano perfettamente al “mercatismo”, ad una somma di interessi privati, supportati da organi d’informazione, privi di qualunque preoccupazione di coerenza con la realtà ed obbedienti esclusivamente alla logica di interessi privati.
Ebbene, sono stato tacciato da tutti gli Enti partecipanti come “attentatore dello sviluppo del territorio” e “insensibile rispetto all’alto indice di disoccupazione che la comunità sconta”. Di fronte a tali posizioni sono rimasto allibito – anche se spesso mi capita ciò nel confronto con i nostri politici – ma, soprattutto, molto preoccupato.
Una volta lasciata la seduta, ho chiesto ad uno dei partecipanti (precisamente ad un rappresentante della società) che tipo di contratti si sarebbero adottati verso gli assunti. Questi, con la massima disinvoltura, mi ha così risposto: “600 Euro al mese, possono rappresentare una boccata d’ossigeno per i giovani disoccupati del territorio”. Ad un’altra domanda con la quale ho chiesto se la società avesse provveduto a fare una indagine commerciale, considerato che a breve distanza c’è la forte concorrenza dell’IKEA, egli ha risposto che i generi commercializzati dalla sua azienda sarebbero stati diversi aggiungendo, inoltre, che la presenza dell’università avrebbe richiesto un adeguamento del piano commerciale di Fisciano. La verità sta, fondamentalmente, in quel passaggio sopradescritto, perchè su una popolazione di circa 60.000 abitanti ci saranno ben sei centri commerciali di 1° categoria, compreso quello che dovrà nascere sull’area dell’ex M.C.M.: un rapporto enormemente sbilanciato da parte dell’offerta, condizionato anche da un sistema viario precario e di difficile soluzione. A tal proposito, penso che tali megastrutture, dopo alcuni anni, siano destinate a chiudere e sono, altresì, convinto della consapevolezza di ciò anche da parte di coloro che promuovono tali progetti. Ne consegue che centinaia di ettari di territorio impermeabilizzati dal cemento e cosparsi di ruderi, vengono sottratti all’agricoltura, le cui richieste per nuovi impieghi, in aggiunta a quelli tradizionali, stanno riemergendo, e resi dannosi, sotto l’aspetto idrogeologico su un territorio molto più esteso. Proprio oggi, dopo una estate calda, è arrivata la prima pioggia ed è stata subito emergenza per la “Valle dell’Irno”: straripamento dei corsi d’acqua, allagamenti, strade ingombre da detriti rilasciati dalle colline, oramai quasi tutte spogliate dagli incendi, e da una inesistente manutenzione delle fogne nonché, da una megacementificazione che accelera la velocità dell’acqua piovana, tanto che la notizia è stata diffusa dal tg3 regionale.
In quest’ultimo quindicennio si è registrato un degrado della vivibilità, sia per quanto attiene alla salubrità del territorio ed alla sicurezza, sia per quanto concerne l’economia in generale. I costruttori l’hanno fatta da padroni, coadiuvati dai propri referenti politici: una colata di cemento ha reso la valle simile al territorio del nocerino e del vesuviano.
Ci sono Sindaci che sbandierano ai sette venti la dotazione del P.R.G., quando poi, con varianti e deroghe, gli stessi vengono sistematicamente resi inutili.
Di fronte a tali complessi problemi, in un territorio ristretto, suddiviso e amministrato da Enti comunali diversi, alcuni politici più avveduti hanno tentato, più di una volta, di far varare un “Piano Regolatore Intercomunale”, dettato dalla realtà. Ultimamente si è tenuto un convegno dal tema “Aria Vasta”, a cui hanno partecipato autorità governative e del mondo industriale, senza che si addivenisse ad un minimo risultato. Questo intreccio (Voto di Scambio) andrà avanti fino a quando ci sarà convenienza reciproca tra politici e cittadini, così come è successo con i rifiuti a Napoli.
Bisogna che il problema arrivi agli estremi: solo allora tutti saranno costretti ad abbandonare il proprio orticello , a tirare fuori la testa dalla sabbia per unirsi al coro degli sciocchi.
Quello che vorrei aggiungere è questa riflessione: siamo entrati nel terzo millennio. Non dico che l’uomo ha scoperto la trama della vita, ma ha dato prova della sua alta ingegnosità, intelligenza e consapevolezza del suo ruolo. In virtù di tanto dobbiamo fare un bagno di umiltà per incominciare a vivere con sobrietà, ad apprezzare il bello, ad amare il prossimo, insomma ad entrare in sintonia con il tempo”.
Voglio precisare che non sono un adepto del francescanesimo, sosterrei una fede difficile già a condividersi, pensare di praticarla oggi, sarebbe veramente utopia: tutti devono incominciare ad avere dei comportamenti più rispettosi, sentirsi più responsabili delle proprie azioni, capire che ogni individuo deve avere una sua opportunità (anche diversa) per affrontare la propria esistenza. Soprattutto rispettare il concetto di “Sostenibilità”, purtroppo molto abusato e distorto dalla società presente, ma prendere dalla natura quello che offre, senza compromettere le riproducibilità della stessa e, quindi, la sopravvivenza delle generazioni future.
E’ di questi giorni la notizia che: “L’impronta ecologica” è entrata nella fase rossa; stiamo incominciando ad usare le riserve, vale a dire che consumiamo più risorse di quelle che la natura riesce a riprodurre. Ci stiamo mangiando il capitale ecologico accumulato in oltre tre miliardi di anni di evoluzione della vita. Tanto per fare una proiezione: se il modello degli Stati Uniti venisse esteso a tutto il pianeta ci vorrebbero 5,4 risorse terrestri per sostenerlo. L’Italia ha un debito ecologico pari a quasi la metà degli Stati Uniti.
Ritornando al nostro comprensorio, penso che tutte queste opere che si sono realizzate e di quelle che si vanno a realizzare, molte sono inutili, mentre per le altre si potevano recuperare strutture gia esistenti e abbandonate. Poi bisogna pensare ad altri tipi di economie, che secondo noi oltre a infondere decoro, possono costituire occasioni occupazionali governate dai medesimi operatori, evitando quello sfruttamento occasionale che produce solo guasti al territorio, spesso anche illusione di aver trovato un lavoro.
A tal proposito penso alla costituzione di un percorso turistico. Al patrimonio già visitabile, può essere incrementato ed arricchito con altri non meno importanti che attualmente versano nel più totale degrado. Penso al recupero del Palazzo della Regina Margherita di Durazzo in Acquamela, alla usufruizione del parco della Lungoirno, diventato una vera e propria fogna, alla Villa Romana di Sava, insieme ad altri Siti del comprensorio, che possono costituire, come innanzi detto, un viatico economico e nel contempo una riqualificazione del territorio.
Non pretendo d’aver detto nulla di nuovo rispetto a quanto già scritto sulla stampa e su saggi da parte di persone più autorevoli di me. Quello che vorrei aggiungere, è la richiesta di rivolgere un duro, vibrato allarme rivolto sia alle Camere e alle Regioni (che legiferano) sia alle Amministrazioni che autorizzano, affinché si blocchi, questo scempio inusitato.
Grazie per l’attenzione ed arrivederci ad una prossima occasione.
Matteo Ruggiero
(Ambientalista)
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