Effetto crisi sulle famiglie: risparmio ai minimi dal 2000

Il potere di acquisto delle famiglie nel secondo trimestre dell’anno è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,3% rispetto al secondo trimestre 2010. Lo rileva l’Istat.
Questo nonostante il reddito disponibile, nel secondo trimestre dell’anno, sia aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 2,3% rispetto al secondo trimestre del 2010.

Scende anche la propensione al risparmio delle famiglie: nel secondo trimestre è pari all’11,3%, in calo di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,2 punti percentuali rispetto al secondo trimestre 2010. Lo comunica l’Istat. L’11,3% è il dato più basso dal primo trimestre 2000 (11,1%).

L’effetto crisi si riflette inevitabilmente sui consumi. Anche per la tavola le famiglie spendono di meno: modificano le abitudini alimentari e cercando il risparmio nei discount. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati Istat sul reddito delle famiglie nel secondo trimestre.
Nei primi sei mesi del 2011, infatti, i consumi alimentari diminuiscono ulteriormente – spiega la Cia – e a farne le spese non sono soltanto i prodotti “superflui” ma anche quelli di prima necessità: il pane crolla dell’8,5 per cento e il pesce del 4,8 per cento; la domanda di carne rossa scende del 3,2 per cento e quella di frutta del 2,7 per cento. Non si salva neppure la pasta, che subisce una flessione dell’1,6 per cento.

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