Risultati referendum… noi la pensiamo così!

Riprendiamo e riportiamo integralmente  dal quotidiano “Avvenire” on-line, le dichiarazioni sull’esito dei referendum del “SIR”, dell’Azione Cattolica e delle ACLI.

«Messaggio diretto al governo» – «I risultati del referendum, netti al di là delle previsioni, sono perfettamente coerenti con la vicenda complessiva di questi mesi – si legge in una nota del Servizio informazioni religioso – Il quorum superato di slancio va ben al di là del merito dei quesiti: rappresenta un messaggio diretto degli elettori, al di là degli schieramenti, direttamente al governo.
Distinguiamo il merito dal significato politico più ampio. Certo il disastro giapponese e le conseguenti decisioni in particolare di Germania e Svizzera sull’abbandono del nucleare hanno avuto un effetto significativo di trascinamento. Nello stesso tempo la progressiva erosione dei totem liberisti, che pure avevano influenzato non piccola parte del mondo Pd, si può leggere a proposito dei due quesiti sull’acqua. Per non parlare del quesito di cui meno si è parlato, che riguardava direttamente Berlusconi, sul legittimo impedimento. Le scelte referendarie, pur sbrigative e schematiche, come implica lo strumento, sono chiare e devono essere tradotte in politiche pubbliche coerenti. In particolare è richiesto un nuovo ruolo per “il pubblico”, cui le istituzioni devono sapere dar risposte adeguate, in termini di garanzia, efficienza ed efficacia. Ci avviamo così al dato sostanziale in termini di indirizzi di fondo, cioè alle considerazioni più immediatamente politiche».
«Pur attesi – prosegue il Sir – perché coerenti con il trend politico di questi mesi, i risultati hanno un peso significativo, perché accentuano lo stato di fibrillazione della politica italiana, tanto più che nelle urne referendarie non c’erano soltanto schede provenienti dalle diverse opposizioni. Questo dato è particolarmente importante, perché sottolinea che è aperta una fase di cambiamento, ma anche che gli esiti risultano assai aperti. Governare il cambiamento è l’operazione politica più complessa e meritoria. Qui si distinguono gli statisti: le prossime settimane ci diranno se la classe politica è in grado di giocare questo gioco, che gli elettori stanno indicando. Come sappiamo, infatti, il vero punto debole del sistema italiano non è tanto dal lato della domanda, quanto piuttosto dell’offerta politica. È dunque il momento della creatività e, nello stesso tempo, della responsabilità.
Questo doppio movimento o requisito vale innanzitutto di fronte ai vincoli sistemici sul deficit e l’indebitamento. Rispettando i vincoli è necessario recuperare energie, sanare ingiustizie e sperequazioni, smantellare privilegi e inefficienze, valorizzando il tanto di buono che c’è anche nei pubblici apparati. Sono imprese complesse ma necessarie, cui mettere mano da subito, consapevoli che non possono essere risolte con slogan e strumentalizzazioni. I cittadini, come dimostrano le vicende anche elettorali di questa primavera, sono assai più vigili e consapevoli di tante rappresentazioni. Sanno dare messaggi chiari, diretti e trasversali».

Azione Cattolica: voto dal significato politico – «Sicuramente, un voto del genere ha un significato anche politico – ne è convinto Franco Miano, presidente dell’Azione Cattolica, intervistato dalla Radio Vaticana sul risultato del voto referendario – Si tratta di un interessante segno di presa in carico da parte dei cittadini di alcune questioni sulle quali la politica viene avvertita come distante». Il risultato segnala quindi la capacità dei cittadini «di assumere un’attenzione che segnala anche una critica alla distanza della politica dalle questioni di cui la gente è preoccupata». I cattolici, conclude, «sono stati determinanti, perchè c’è una sensibilità, c’è un’attenzione che nasce proprio dalla vita delle associazioni, dalla vita delle comunità, quell’attenzione che passa dalla declamazione del principio alla sua concretizzazione».

Acli: risultato straordinario – «Un risultato straordinario, che ci riempie di fiducia e di soddisfazione. Il segno che quando i referendum riguardano questioni concrete e cruciali, i cittadini rispondono all’appello con grande spirito di partecipazione democratica». Il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, commenta così i primi risultati del referendum.  «Adesso – aggiunge Olivero – il governo deve prendere atto di quanto emerso da queste consultazioni. E’ fondamentale elaborare una diversa strategia energetica, un piano a lungo termine che passi attraverso un investimento sulle energie rinnovabili. Per quanto riguarda i servizi idrici, bisogna puntare su modelli di gestione partecipata efficienti e trasparenti, coinvolgendo e sviluppando in questo settore l’impresa sociale: società civile, fondazioni, istituzioni». «Infine – conclude il presidente delle Acli – il quesito sul legittimo impedimento ha dimostrato che è tempo di smetterla, per il Parlamento, di occuparsi delle vicende giudiziarie di qualcuno, ed è ora di mettere al centro dell’azione politica i bisogni reali dei cittadini, a partire dal lavoro e dal sostegno alle famiglie in difficoltà».

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