Moretti a Salerno: dall’amore una nuova società
|Vi riportiamo integralmente l’articolo scritto dal nostro direttore Nello Senatore per il quotidiano nazionale “Avvenire”, in merito alla celebrazione Eucaristica svoltasi in Cattedrale per l’insediamento di monsignor Luigi Moretti.
L’abbraccio della diocesi al presule che domenica scorsa ha iniziato il suo ministero episcopale in terra campana. «Serve l’impegno di tutti». (tratto dal quotidiano “Avvenire” del 14 settembre 2010 pagina 19).
DA SALERNO
NELLO SENATORE
« Ormai Salerno non è più soltanto una scritta che leggevo quando transitavo in queste zone, ma una realtà che mi appartiene e mi appassiona». È uno dei passaggi del saluto con cui domenica l’arcivescovo Luigi Moretti si è rivolto ai fedeli raccolti in piazza Amendola per il suo ingresso nell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno di cui è l’82° pastore. «Sento di impegnarmi – ha aggiunto l’arcivescovo – e di poterlo fare con tutta la comunità cristiana per non far mancare i nostri mattoni. L’unica nostra preoccupazione è che l’uomo, incontrando Gesù, possa cambiare il suo rapporto con il prossimo».
Ad accogliere Moretti, assieme a tantissima gente, il sindaco Vincenzo De Luca che gli ha consegnato simbolicamente le chiavi della città, e il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente emerito del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace e del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti. Con loro, i sindaci del vasto territorio dell’arcidiocesi e una folta delegazione dell’Unitalsi, di cui il presule è assistente nazionale.
A tutti l’arcivescovo ha indicato quelli che saranno le direttrici del suo ministero episcopale a Salerno. «Mi impegnerò per dare un’attenzione particolare alle famiglie, perché lì dove si rafforza il legame familiare si costruisce anche un legame forte all’interno della società; mi impegnerò per i giovani, per aiutarli ad appassionarsi alla vita; e infine la mia attenzione sarà sempre per i deboli». «Venire qui – ha aggiunto – è l’inizio di una bella avventura. Ricominciare un’altra vita prima mi turbava; ora mi entusiasma e l’entusiasmo con l’aiuto di tutti potrà solo crescere e non diminuire».
Da piazza Amendola il corteo con i labari dei Comuni e della Provincia si è recato nel Santuario di Costantinopoli. Da lì la processione, insieme al clero e all’arcivescovo emerito, Gerardo Pierro, si è incamminata verso la Cattedrale dove ad attendere il nuovo pastore vi era una folla strabocchevole di fedeli, preti, laici, vescovi e cinque cardinali: Camillo Ruini, il quale ordinò vescovo Moretti il 12 settembre 1998, Agostino Vallini, vicario generale del Papa a Roma (diocesi di cui Moretti è stato vescovo ausiliare e dal 2003 arcivescovo vicegerente), Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, l’emerito Michele Giordano e il porporato salernitano Renato Raffaele Martino.
Pierro ha voluto donare, a nome della diocesi, gli spilloni del pallio e, a nome suo personale, una croce d’oro augurando al suo successore un fecondo ministero episcopale. Infine, dopo la lettura della bolla di nomina del Papa, vi è stato il passaggio del pastorale.
«In questi mesi – ha affermato Moretti nell’omelia – ho riflettuto e pregato su quello che dovevo dire quest’oggi. Poi è cresciuta in me la convinzione che dovevo condividere con voi un’emozione che cresce e scaturisce da quella fede in Gesù morto e risorto che ci ha convocato qui». Quindi il richiamo all’importanza della comunione ecclesiale. «Dire insieme, come Chiesa, il Padre nostro significa che nessuno rimane fuori dalla porta, nessuno può dirsi escluso dalla festa che il Padre ha preparato per noi. Tutti abbiamo bisogno della sua misericordia. Possiamo annunciare che solo l’amore vince, solo l’amore che sa perdonare costruisce veramente, e questo vale per me, per i sacerdoti, per le famiglie. Solo nel dono verso i fratelli potremo costruire un modo più vero di essere Chiesa, società, famiglia». A conclusione Moretti si è augurato che la comunità cristiana «possa essere luce che illumina, sale che dà sapore, lievito che fermenta, con la grazia di Dio, la nostra disponibilità e il nostro impegno».
Il discorso del nuovo Arcivescovo è stato bello e pieno di contenuti.
Sono sicuro che si farà comprendere ed amare da noi tutti.
“Ad multos annos!”
Francesco Caldarelli