"Palazzo della regina" in festa per il restauro…
|“Da lontano una donna, una madre, una regina vissuta ad Acquamela, MARGHERITA DI DURAZZO, vi sorride e vi esorta a sognare”, con questa frase si chiudeva il nostro articolo, che annunciava la festa della regina del prossimo 6 agosto e con la stessa frase vogliamo comunicarvi che il il prossimo giovedì 5 agosto alle ore 08.30, inizieranno i lavori di recupero e restauro dello storico palazzo della regina che si affaccia su via san Domenico.
Il recupero di questo sito di notevole interesse storico diventa un momento importante per la nostra comunità anche perchè una volta riportato all’antico splendore, donerà sobrietà non solo al nostro borgo, ma a tutta la valle dell’Irno, divenendo di fatto monumento di frontiera tra la città di Salerno e quella di Baronissi.
L’idea del restauro di questo storico edificio, che narra la storia della nostra località, la sua salvaguardia, il suo recupero e la sua valorizzazione merita, a mio avviso, una particolare attenzione da parte di noi tutti.
Desidero ringraziare tutti coloro i quali, con grande impegno, hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto.
Francesco Caldarelli
Qualche giorno fa, passando per la stada dei due principati, gettai l’occhio sul palazzo, o meglio sulle macerie del fu palazzo. Incuriosito mi soffermai e decisi di recarmi al nuovo parcheggio per constatare lo stato dei lavori. E’ risaputo che l’amministrazione comunale di Baronissi sia in cattivi rapporti con la Storia, con l’Architettura, il Restauro (sacrosanto restauro) e soprattutto, più in generale, con la CULTURA, ma stavolta speravo nel buon senso dell’architetto addetto, che non andrebbe più definito tale. Il palazzo è stato quasi interamente demolito, sono stati demoliti i loggiati, le rampe di accesso ai piani superiori, sono state gettate in discarica le antiche tegole, sono andati demoliti interi ambienti. Per fortuna resta (non si sa per quanto) traccia di un affresco probabilmente seicentesco all’ingresso principale. In ogni caso prego la pseudo-amministrazione almeno di usare i termini in modo proprio: quando si parla del “palazzo” non venga pronunciata la parola “restauro”, parola che presuppone a sua volta la parola “cultura”…fidatevi: restuaro significa tutt’altro!!! Ah! un ultimo consiglio: prima di pensare e soprattutto di fare qualsiasi cosa, studiate, capre!!!!!
Sig. Mario sono l’architetto Eugenio Tenneriello, progettista e direttore dei lavori del condominio Fabbricato Regina Margherita.
Ho il dovere, morale, di fornirLe delle informazioni che riguardano l’intervento di ristrutturazione edilizia ( e non di restauro ) del fabbricato.
Il fabbricato, prima del sisma del novembre 1980 ha subito dei danni strutturali che hanno costretto i proprietari ad apporre delle catene sul prospetto di via Sabatini. Il sisma ha, successivamente, danneggiato gravemente il fabbricato e l’abbandono per circa 30 anni lo ha deteriorato irreparabilmente.
Sarei onorato di riceverLa presso il mio studio in Cava de’ Tirreni alla via U.Mandoli 14/16, per mostrarLe un’ ampia documentazione fotografica dello stato in cui versavano, prima e durante l’intervento, le murature portanti e i solai in legno. Tengo a precisare che il fabbricato non è vincolato come bene storico e non ricade in zona sottoposto a vincolo paesaggistico. Inoltre la vigente normativa in materia consente, nell’ambito degl’interventi di ristrutturazione edilizia, la demolizione totale e la ricostruzione.
La mia sensibilità e cultura, dovuta agli studi conservativi di specializzazione post laura, mi ha imposto la conservazione di quanto era possibile preservare nel rispetto della sicurezza dei futuri abitanti del fabbricato. La malta, già di scadente qualità utilizzata nella costruzione, si è totalmente polverizzata a causa della trentennale esposizione agli agenti atmosferici. Le farò vedere nella documentazione fotografica che le pietre o i blocchi di tufo non avevano legante, ma polvere.
Non comprendo il perchè Lei offende l’Amministrazione del Comune di Baronissi. La legge prevede che spetta ai politici l’indirizzo e ai funzionari la gestione. La parte politica si è impegnata egregiamente a trasformare una piaga nella frazione Acquamela in una opportunità di riqualificazione urbana.
I funzionari del Comune hanno applicato le norme vigenti in materia e rilasciato il titolo edilizio per l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione edilizia.
La invito a prendere visione della documentazione in mio possesso e a valutare la progettazione esecutiva che stiamo elaborando.
Sono certo che si ricrederà e condividerà le mie sofferte scelte di demolizione delle porzioni di strutture irrecuperabili sotto il profilo statico.
Sicuramente apprezzerà la progettazione esecutiva che stiamo elaborando. Essa restituirà la giusta dignità al Palazzo Regina Margherita.
La invito a collaborare fattivamente e propositivamente con suggerimenti, come hanno già fatto spontaneamente e calorosamente alcuni cittadini unitamente ai dinamici organizzatori della bellisssima manifestazione annuale in onore della Regina Margherita.
Mi è stato già da tempo inviato tramite e-mail, da un cultore storico di Acquamela, la ricostruzione dello stemma riportato sull’affresco della volta dell’ingresso principale, al fine di poter effettuare un fedele restauro dell’affresco.
Restando in attesa di conoscerLa, la saluto cordialmente.
architetto Eugenio Tenneriello
Gentile sig. Mario avrei piacere di conoscere la sua età e soprattutto se è un residente o almeno un frequentatore dell’area di Acquamela di Baronissi.
Lungi da me l’idea di ledere la sua “privacy” ovviamente.
E’ soltanto per comprendere meglio i suoi commenti.
Lei qualche giorno fa, passando per la strada dei due principati, ha gettato l’occhio…….ed incuriosito…….si è soffermato……
A questo punto mi deve permettere qualche domanda perché lei mi incuriosisce non poco:
– Negli ultimi 30 anni l’occhio non lo ha mai gettato verso il palazzo Regina Margherita?
– Negli ultimi 30 anni e neanche negli ultimi 10, non si è mai incuriosito e soffermato?
– Dove era Lei nel corso di questi 30 anni quando crollava periodicamente il tetto con le antiche tegole ed i topi la facevano da padrone tra le macerie?
– Dove era Lei quando nell’androne dell’immobile venivano regolarmente scaricati abusivamente rifiuti e calcinacci?
– Dove era lei anche recentemente quanto i carabinieri per pubblica incolumità sono più volte intervenuti per appurare lo stato dei luoghi?
– Dove era lei quando qualche “zingarello” di passaggio soggiornava nell’edificio pericolante? (p.s.: è per pura fortuna che in questi 30 anni nessuno di questi soggiornanti di passaggio o semplicemente un passante di via S.Domenico sia rimasto coinvolto nei periodici e costanti crolli!!!!)
Premesso che l’immobile non è vincolato come bene storico e visto che lei invita i funzionari dell P.A. a studiare, suppongo che lei invece abbia studiato e magari sarà un esperto della storia dell’arte. La prego dunque di consentirci di abbeverare alla sua fonte e ci dica di più per esempio della traccia di affresco che menziona nel suo commento. Il suo “traccia di un affresco” ed il suo “probabilmente seicentesco” è abbastanza vago e ci dice ben poco.
Avrei desiderio di suggerirle che prima di lanciarsi in “anatemi e sentenze” sarebbe prima il caso di documentarsi ed approfondire le discussioni, ma ritengo corretto attendere prima la sue risposte alle mie precedenti domande per poi poterle eventualmente lasciare qualche mio commento e dare un piccolo contributo alla interessante discussione che lei ha sollevato.
Tra l’altro ora c’è tutto il tempo di discutere e fare teoria visto che non c’è più l’incombenza del pericolo di crollo. Per i residenti o semplici passanti non c’è più preoccupazione………ah già…….ma per lei il pericolo già non c’era prima perché forse negli ultimi 30 anni non è mai passato per Via San Domenico……non ha mai avuto modo di gettare l’occhio…….incuriosirsi …….e soffermarsi……..
Peccato però!
Se fosse passato prima…….certamente avrebbe sollevato il problema……..e magari da esperto di “Restauro” (sicuramente anche di immobili pericolanti) avrebbe sollecitato la P.A. ed indicato la retta strada……
Peccato veramente……
Massimiliano Riccardi
complimenti massimiliano per la grande ironia che hai usato nel commentare gli avventati giudizi di questo grande esperto di architettura e di recupero di beni storici e culturali che molto probabilmente non conosce niente della storia di quel palazzo delle persone e delle donne che lo hanno abitato una per tutte la leggendaria Clelia Santoro tua nonna e mia acquisita, come e’ comodo parlare e sputare sentenze dopo sempre dopo dopo aver gettato solo uno sguardo come e’ comodo parlare delle cose che non si conoscono al solo scopo di sputare sentenze. Bisogrerebbe accertarsi prima di parlare e ancor rima di scrivere che il cervello sia connesso onde evitare brutte sorprese. Marzia Landi in Riccardi
Rispondo all’architetto:
Il suo esordio, architetto, in un certo senso già “mi palca”, in quanto per la prima volta finalmente si parla di ristrutturazione edilizia del fabbricato, e non di restauro, come lei stesso ben ribadisce.
Al contrario, la questione riguardo il vincolo come bene storico non sussiste perchè gli edifici di interesse storico o artistico di proprietà di enti pubblici e persone giuridiche purchè abbiano almeno 50 anni di vita e che il loro autore non sia vivente (sarà questo il casa del palazzo?!?), sono vincolati “ope legis”, senza cioè necessità di decreto ministeriale, notifica e trascrizione. Figuriamoci per le nuove norme, secondo cui l’interesse storico di un edificio non necessariamente si accompagna alla sua qualità artistica (sono considerati beni storici anche stazioni ferroviarie ed opifici), se un palazzo di origini quattrocentesche non possa godere del suddetto vincolo…
Parimenti avvilente è la destinazione d’uso dell’edificio, che invece dovrebbe essere compatibile con il carattere storico o artistico dell’immobile e tale da non creare pregiudizio alla sua conservazione e integrità.
Ma facciamo finta che non ho scritto nulla, facciamo finta che il palazzo non debba essere soggetto a vincolo: “solamente” per un suo puro amore di cultura e conservazione, perchè non reimpiegare le antiche tegole del palazzo (o di utilizzarne altre antiche della zona…ci sono ottimi rivenditori di materiali di recupero)?? Certamente lo spirito del luogo sarebbe snaturato con un tetto a lastre in fibrocemento!!!
Infine, riguardo le mie parole sull’Amministrazione Comunale di Baronissi: non basterebbe una vita per elencare gli orrori compiuti verso i beni culturali del luogo…le scrivo solo questo…villa romana in Sava di Baronissi: un prezioso complesso di età imperiale nel degrado più assoluto!!!
Sig.ri Riccardi, poichè non mi interessa e soprattutto non devo chiarire o chiarirVi nulla, ed ancora poichè non trovo fruttouosa la discussione con voi, d’ora in poi risponderò esclusivamente all’architetto, che tra l’altro almeno non la mette sul piano fanciullesco buoni/cattivi!!!
caro sig mario pensando di interpetrare anche ik pensiero del cugino di mio marito il dott. Massimiliano Riccardi le dico che sono oppure siamo molto sollevati dal fatto di non dover interloquire con lei che non ha avuto neanche l’educazione di presentarsi con il suo cognome continui pure ad interloquire con l’architetto che se vorra’ le comunichera’ informazioni che non le interessano e che sono di competenza esclusiva dei proprietari dell’immobile citato. dott.ssa Marzia Landi in Riccardi
ciao Marzia,
colgo l’occasione di questo mezzo improprio per salutarti affettuasamente.
ciao
massimiliano
caro massimiliano ti salutocalorosamente e penso che il mio precedente commento ha interpretato anche il tuo pensiero è troppo facile dare giudizi quando non si conosce la fatica del dolore che l’abbandono di quel palazzo non per colpa dei proprietari ha causato a tutta la nostra famiglia ed in particolare alla tua e ancora di piu’ alla cara nonna Clelia che solo li’ si sentiva a casa. ti abbraccio e ti mando un bacio anche da parte di Aostino a presto risentirci Marzia