La sete dei giovani, sfida per la Chiesa…
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ASSEMBLEA CEI – La sete dei giovani
Benedetto XVI: “Non perdere mai la fiducia nei giovani” e “frequentarne gli ambienti di vita, compreso quello costituito dalle nuove tecnologie di comunicazione, che ormai permeano la cultura in ogni sua espressione”. È l’invito rivolto da Benedetto XVI ai vescovi italiani riuniti per l’assemblea generale (Roma, 24-28 maggio). Intervenendo ieri (27 maggio) nell’aula sinodale in Vaticano, il Santo Padre ha sollecitato un risveglio nelle comunità cristiane della “passione educativa” mettendo in guardia circa le due sfide culturali di fronte alle quali si pongono gli educatori. La prima è “la falsa idea di autonomia di se stessi” che si registra soprattutto nelle nuove generazioni quando invece è “essenziale” per la persona umana diventare se stessi in relazione al “tu e al noi”. L’uomo, ha sottolineato il Papa, “è creato per il dialogo” e “solo l’incontro con il Tu e il noi apre l’io a se stesso”. L’altra sfida è “lo scetticismo e il relativismo”. Educare, infatti, non è “imporre” ma “aprire” la persona “al Tu di Dio”. Nel saluto introduttivo il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, ha ricordato al Santo Padre che “il Popolo di Dio che è in Italia Le vuole bene e si stringe a Lei”. “Noi sappiamo di dover sempre ringraziare Pietro per il Suo universale ministero – ha aggiunto il card. Bagnasco – oltre che per il Suo singolare legame con la nostra Patria, ma in questo momento ancor più per quanto Lei ha fatto e sta facendo in ordine all’esemplarità della Chiesa e dei suoi ministri. Davvero nella Sua persona ci è dato di scorgere il Pastore all’altezza delle sfide, che affronta con credibilità e lucidità questo tempo difficile; in Lei noi vediamo il maestro che parla della verità di Dio e rivela il giusto rispetto per la verità degli uomini”.
Benedetto XVI: “Non perdere mai la fiducia nei giovani” e “frequentarne gli ambienti di vita, compreso quello costituito dalle nuove tecnologie di comunicazione, che ormai permeano la cultura in ogni sua espressione”. È l’invito rivolto da Benedetto XVI ai vescovi italiani riuniti per l’assemblea generale (Roma, 24-28 maggio). Intervenendo ieri (27 maggio) nell’aula sinodale in Vaticano, il Santo Padre ha sollecitato un risveglio nelle comunità cristiane della “passione educativa” mettendo in guardia circa le due sfide culturali di fronte alle quali si pongono gli educatori. La prima è “la falsa idea di autonomia di se stessi” che si registra soprattutto nelle nuove generazioni quando invece è “essenziale” per la persona umana diventare se stessi in relazione al “tu e al noi”. L’uomo, ha sottolineato il Papa, “è creato per il dialogo” e “solo l’incontro con il Tu e il noi apre l’io a se stesso”. L’altra sfida è “lo scetticismo e il relativismo”. Educare, infatti, non è “imporre” ma “aprire” la persona “al Tu di Dio”. Nel saluto introduttivo il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, ha ricordato al Santo Padre che “il Popolo di Dio che è in Italia Le vuole bene e si stringe a Lei”. “Noi sappiamo di dover sempre ringraziare Pietro per il Suo universale ministero – ha aggiunto il card. Bagnasco – oltre che per il Suo singolare legame con la nostra Patria, ma in questo momento ancor più per quanto Lei ha fatto e sta facendo in ordine all’esemplarità della Chiesa e dei suoi ministri. Davvero nella Sua persona ci è dato di scorgere il Pastore all’altezza delle sfide, che affronta con credibilità e lucidità questo tempo difficile; in Lei noi vediamo il maestro che parla della verità di Dio e rivela il giusto rispetto per la verità degli uomini”.