For You – 44a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: "realtà di ieri e prospettive future"
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Dal quotidiano “La città” del 16 maggio 2010 vi proponiamo integralmente l’articolo di don Nello Senatore per la 44° giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
“Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”. Questo è il titolo del messaggio della 44a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che ricorre in questa domenica dell’Ascensione. Nel tema si incrociano realtà di ieri e prospettive future. Il sacerdote, la pastorale, rimangono indispensabili per continuare ad annunciare; il mondo digitale, i nuovi media sono le variabili. Come esprimere il vecchio e il nuovo, ciò che rimane e ciò che bisogna cambiare. Alla memoria mi sovviene una tela di un pittore della fine dell’ottocento, morto suicida,Vincent Willem van Gogh, dal titolo “Un paio di scarpe”. Non sembri irriverente la metafora mutuata dalla tela, ma in essa, in cui le scarpe usurate sono protagoniste, possiamo scorgere l’eterno e il transitorio. Le scarpe logore, che hanno esperito percorsi fangosi, rappresentano la fatica dei tanti sacerdoti, i quali senza fermarsi hanno camminato per portare all’uomo il Cristo. L’importante non sono le scarpe ma annunciare, pertanto esse rimangano orgogliose di aver svolto il loro compito, ma pronte a “cedere il passo”. La luce in cui sono avvolte è la certezza che la loro missione continua. Mezzi nuovi, strumenti tecnologici avanzati, ma sempre una sola passione: la salvezza dell’uomo. Appendere le scarpe al chiodo e utilizzare il mouse è l’icona di una Chiesa viva. Il sacerdote riassume in sé questa verità, spinto da una forza, che permette il cambiamento: l’amore. Vorrei rammentare un detto degli antichi che calza a pennello per spiegare perché la Chiesa, nonostante il peso degli anni, continua a porsi, anche se con fatica, sulle strade nuove che la tecnologia impone: “I giusti camminano, i sapienti corrono, gli innamorati volano”. La Chiesa è innamorata dell’umanità, perciò sposa le nuove modalità, essa è chiamata a non tradire mai il suo mandato. Insomma calzare le nuove scarpe significa essere pronti a percorrere le strade del mondo per incontrare l’uomo, che non “è una passione inutile”, come sosteneva Sartre, ma la meta della Chiesa. “Attraverso i moderni mezzi di comunicazione, il Sacerdote potrà far conoscere la vita della Chiesa e aiutare gli uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo, coniugando l’uso opportuno e competente di tali strumenti, acquisito anche nel periodo di formazione, con una solida preparazione teologica e una spiccata spiritualità sacerdotale, alimentata dal continuo colloquio con il Signore. Più che la mano dell’operatore dei media, il Presbitero nell’impatto con il mondo digitale deve far trasparire il suo cuore di consacrato, per dare un’anima non solo al proprio impegno pastorale, ma anche all’ininterrotto flusso comunicativo della “rete” (Messaggio di Benedetto XVI per 44a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali). Anche gli “immigrati digitali”, devono abbandonare la loro valigia di cartone, non possono essere nostalgici come Ulisse nell’Odissea: “Ma nella grotta il generoso Ulisse/ non era: mesto sul deserto lido, cui spesso si rendea, sedeasi; ed ivi/ con dolori, con gemiti, con pianti/ struggeasi l’alma, e l’infecondo mare/ sempre agguardava, lagrime stillando”. Attualmente ognuno di noi è un “decoder”, non più “un radar”, infatti è chiamato a decodificare il continuo bombardamento dei messaggi. Quindi il sacerdote deve ricordare a se stesso che i giovani sono”decoder”, pertanto sulla scia di McLuhan “il messaggio è il mezzo”, quindi l’annuncio del vangelo, pur utilizzando strade tecnologicamente avanzate, ha bisogno sempre del mezzo che è e rimane l’uomo testimone vivo e operoso. La rete potrebbe essere comparata alla Chiesa, perché sotto certi aspetti contiene due connotazioni essenziali: il messaggio e la relazione. Se in internet non ci fossero messaggi e internauti che dialogano fra di loro non avrebbe motivo di esistere. Tutto però si svolge in una dimensione orizzontale, andando a escludere la dimensione verticale e comunionale. Nella Chiesa il messaggio viene dall’alto e scende nel cuore dell’uomo, che trasforma gli utenti in fratelli, pertanto come avverte il Papa “Non bisogna dimenticare, però, che la fecondità del ministero sacerdotale deriva innanzitutto dal Cristo incontrato e ascoltato nella preghiera; annunciato con la predicazione e la testimonianza della vita; conosciuto, amato e celebrato nei Sacramenti, soprattutto della Santissima Eucaristia e della Riconciliazione” (Messaggio di Benedetto XVI per 44a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali). Nello Senatore
“Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”. Questo è il titolo del messaggio della 44a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che ricorre in questa domenica dell’Ascensione. Nel tema si incrociano realtà di ieri e prospettive future. Il sacerdote, la pastorale, rimangono indispensabili per continuare ad annunciare; il mondo digitale, i nuovi media sono le variabili. Come esprimere il vecchio e il nuovo, ciò che rimane e ciò che bisogna cambiare. Alla memoria mi sovviene una tela di un pittore della fine dell’ottocento, morto suicida,Vincent Willem van Gogh, dal titolo “Un paio di scarpe”. Non sembri irriverente la metafora mutuata dalla tela, ma in essa, in cui le scarpe usurate sono protagoniste, possiamo scorgere l’eterno e il transitorio. Le scarpe logore, che hanno esperito percorsi fangosi, rappresentano la fatica dei tanti sacerdoti, i quali senza fermarsi hanno camminato per portare all’uomo il Cristo. L’importante non sono le scarpe ma annunciare, pertanto esse rimangano orgogliose di aver svolto il loro compito, ma pronte a “cedere il passo”. La luce in cui sono avvolte è la certezza che la loro missione continua. Mezzi nuovi, strumenti tecnologici avanzati, ma sempre una sola passione: la salvezza dell’uomo. Appendere le scarpe al chiodo e utilizzare il mouse è l’icona di una Chiesa viva. Il sacerdote riassume in sé questa verità, spinto da una forza, che permette il cambiamento: l’amore. Vorrei rammentare un detto degli antichi che calza a pennello per spiegare perché la Chiesa, nonostante il peso degli anni, continua a porsi, anche se con fatica, sulle strade nuove che la tecnologia impone: “I giusti camminano, i sapienti corrono, gli innamorati volano”. La Chiesa è innamorata dell’umanità, perciò sposa le nuove modalità, essa è chiamata a non tradire mai il suo mandato. Insomma calzare le nuove scarpe significa essere pronti a percorrere le strade del mondo per incontrare l’uomo, che non “è una passione inutile”, come sosteneva Sartre, ma la meta della Chiesa. “Attraverso i moderni mezzi di comunicazione, il Sacerdote potrà far conoscere la vita della Chiesa e aiutare gli uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo, coniugando l’uso opportuno e competente di tali strumenti, acquisito anche nel periodo di formazione, con una solida preparazione teologica e una spiccata spiritualità sacerdotale, alimentata dal continuo colloquio con il Signore. Più che la mano dell’operatore dei media, il Presbitero nell’impatto con il mondo digitale deve far trasparire il suo cuore di consacrato, per dare un’anima non solo al proprio impegno pastorale, ma anche all’ininterrotto flusso comunicativo della “rete” (Messaggio di Benedetto XVI per 44a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali). Anche gli “immigrati digitali”, devono abbandonare la loro valigia di cartone, non possono essere nostalgici come Ulisse nell’Odissea: “Ma nella grotta il generoso Ulisse/ non era: mesto sul deserto lido, cui spesso si rendea, sedeasi; ed ivi/ con dolori, con gemiti, con pianti/ struggeasi l’alma, e l’infecondo mare/ sempre agguardava, lagrime stillando”. Attualmente ognuno di noi è un “decoder”, non più “un radar”, infatti è chiamato a decodificare il continuo bombardamento dei messaggi. Quindi il sacerdote deve ricordare a se stesso che i giovani sono”decoder”, pertanto sulla scia di McLuhan “il messaggio è il mezzo”, quindi l’annuncio del vangelo, pur utilizzando strade tecnologicamente avanzate, ha bisogno sempre del mezzo che è e rimane l’uomo testimone vivo e operoso. La rete potrebbe essere comparata alla Chiesa, perché sotto certi aspetti contiene due connotazioni essenziali: il messaggio e la relazione. Se in internet non ci fossero messaggi e internauti che dialogano fra di loro non avrebbe motivo di esistere. Tutto però si svolge in una dimensione orizzontale, andando a escludere la dimensione verticale e comunionale. Nella Chiesa il messaggio viene dall’alto e scende nel cuore dell’uomo, che trasforma gli utenti in fratelli, pertanto come avverte il Papa “Non bisogna dimenticare, però, che la fecondità del ministero sacerdotale deriva innanzitutto dal Cristo incontrato e ascoltato nella preghiera; annunciato con la predicazione e la testimonianza della vita; conosciuto, amato e celebrato nei Sacramenti, soprattutto della Santissima Eucaristia e della Riconciliazione” (Messaggio di Benedetto XVI per 44a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali). Nello Senatore
Ricordiamo ai nostri lettori l’appuntamento con le riflessioni di don Nello Senatore ogni domenica, sul quotidiano salernitano la Città di Salerno, e ogni giovedì, alle ore 13.00, nella trasmissione televisiva Telecolore ore 12.00, condotta da Peppe Leone, sull’emittente Telecolore Salerno, che trasmette anche su SKY canale 849 e in streaming web live.