IV Incontro dei leaders religiosi

“Noi, leader delle religioni e delle tradizioni spirituali del mondo riuniti a Roma alla vigilia del Vertice del G8, siamo uniti nel comune impegno per la giustizia e la protezione della vita umana, nella costruzione del bene comune e nella convinzione della dignità di ogni persona, dal concepimento alla morte, come inviolabile e stabilita da Dio”. Esordisce così il documento finale dei 129 partecipanti al IV Summit dei leader religiosi che si è appena concluso a Roma, e che verrà consegnato ai leader politici che si riuniranno a L’Aquila dall’8 al 10 luglio. “In un momento di crisi economica che fa crollare molte sicurezze – prosegue il testo – avvertiamo in modo ancora più acuto il bisogno di un orientamento spirituale”. “Per affrontare le sfide odierne” secondo i leader religiosi è anzitutto “essenziale un nuovo paradigma morale”. Di qui il richiamo alla nozione di “sicurezza condivisa”, secondo cui “la sicurezza di un attore nelle relazioni internazionali non deve andare a detrimento di altri”. Con riferimento alla crisi finanziaria ed economica, i leader religiosi chiedono “un nuovo patto finanziario” e in particolare “un’azione concertata per porre fine al sistema bancario offshore privo di regole”.  “L’inclusione come partner delle organizzazioni civili, soprattutto comunità religiose”, nell’assistenza allo sviluppo, è un’ulteriore richiesta dei leader religiosi che richiamano il G8 “all’impegno per il conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio” da raggiungere entro il 2015. Il documento esprime inoltre l’auspicio che l’Africa, “già duramente colpita dalla crisi finanziaria mondiale”, venga posta dalla comunità internazionale “al centro delle politiche per lo sviluppo”. Forte la richiesta di disarmo in tutto il mondo. ”Crediamo – scrivono i leader religiosi – che il tentativo di dominare militarmente il mare, lo spazio, i territori neutrali o gli Stati sia di ostacolo al cammino del disarmo nucleare e convenzionale”, per questo “chiediamo al G8 di perseguire la rigorosa applicazione delle politiche di riduzione e non proliferazione nucleare” per arrivare “all’obiettivo del completo disarmo nucleare”, e “facciamo pressione per l’immediata ratifica ed entrata in vigore del Trattato sul bando totale degli esperimenti nucleari”. L’attenzione dei leader religiosi va anche “alla piaga del crescente numero di immigrati illegali” per i quali chiedono “rispetto della dignità e dei diritti”. Per costruire il bene comune, conclude il documento, “occorre istituire meccanismi di dialogo tra comunità religiose, leader politici, organismi internazionali e società civile”.

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